Lo
spostamento dell’Eros 1 gennaio 2012 Prima parte
Tra un uomo
e una donna
Tra un uomo
e un uomo
Tra una
donna e una donna
Non mi
sembra che ci siano altre varianti, almeno credo.
La tensione
fra i sessi, la curiosità, la necessità di soddisfare una esigenza corporea, essenzialmente mentale, è quella di non passare invano, inosservati, sulla faccia della terra.
Ed è subito sera.
Questo
anelare ad un congiungimento di corpi e di anime si chiama Eros, un dio, con
faretra e frecce, un dio fanciullesco e giocoso che muove e scuote coscienze e membra.
Il dio che
dà tormento e ci sveglia nella notte alla ricerca del volto amato, smarrito
nelle nebbie di un sogno appena fatto.
Un dio era,
per gli antichi greci, anche lui non immune da passioni, che sposò Psiche ed ebbe una figlia Voluttà -piacere- Piacere di conoscersi
Un continuo
movimento, un continuo andare, soffrire per la mancanza di quella metà che, secondo Platone, farebbe di noi
l’intero.
Secondo mio
padre le cose sono più semplici, la donna accanto all’uomo è come un fiammifero
accanto al fuoco, si accende e si
brucia, questo mi ha ripetuto con infinite varianti, e poi aggiungeva- la donna
è una canna al vento, pronta a seguire quell’illusione, pronta a soggiacere ai
desideri meno casti e più prosaici dell’uomo-
Una donna
fantastica, negativamente, e sottomessa a voglie repentine quindi da tenere
sottochiave con una educazione sessuofobica e repressiva.
Questo il
mio caro papà, che mi impedì telefono e pantaloni, chiacchiere con coetanei e
gite fuoriporta, sane e innocenti evasioni, nonché trucco e minigonna.
Questo nei
liberatori anni settanta, questo negli anni ottanta, tutto questo continua ora
a far parte di un mio bagaglio personale che mi porta a dire stravolgendomi
:-Ha ragione mio padre!-
Ha
perfettamente ragione, quel continuo fantasticare porta solo idee inconsulte e
vedo questi nostri tempi beceri e
scadenti aver compiuto il misfatto più
grave-aver ucciso l’EROS, il motore del mondo, del desiderio.
Una poltiglia,
donne falsamente liberate si offrono discinte
ed anche nel mondo più squisitamente letterario o pseudo tale imperversa il richiamo.
Assistiamo
allo spostamento dell’Eros, ormai morto.
-Mi hai
letto?-
-Cosa hai
letto di me?-
E’ questa la
domanda più frequente che uomini e donne si rivolgono sui siti lette rari.
Non la
solita e usuale antica richiesta:-Vuoi venire a letto con me?-
-Posso
portarti a letto?-
No! Mica
siamo su siti porno! Ora non è più tempo! Eppure spostando l’ordine degli
addendi, in una addizione, la somma è sempre uguale.
Anche qui, anche
ora, che il lemma -letto- da sostantivo si trasforma in verbo,-letto-
participio passato molto passato, anche
qui, il risultato non cambia.
Quel che è
cambiata è l’età che, in un corpo ormai greve, teme incontri
ravvicinati di terzo tipo, reputandoli
ormai impossibili, impraticabili, decisamente faticosi e dolorosi.
Così la
somma, cioè la visibilità che tutti noi chiediamo all’altro sesso, si sposta
nella ricerca dello sguardo sulla parola scritta, sul pensiero elaborato,-Mi
hai letto?-manco fosse un lembo di pelle particolarmente irrorato.
La
sensazione di piacere, di godimento diventa quasi
estatica,--estetica-direbbero i miei
colleghi di filosofia, estasi, uscire fuori da sé per incontrare in un
altro e altrove quell’incanto che darà
la bellezza, l’estetica-appunto.
Molto
più gradevole, rilassante, del fastidio
di corpi ormai poco avvezzi a contorcimenti vari, preda di dolori articolari, di
difficoltà respiratorie, di secchezze e di stridimenti sempre più respingenti.
Così ora
l’immaginario letterario riempie il vuoto di un immaginario aderente a domande
e risposte reali, uomini velati, nascosti da un nick corteggiano soavi donzelle
dai nomi allusivi una richiesta inevasa poi li sbeffeggiano o spariscono nell’etere inesistente .
Letture
letture-Ma hai letto??-
Però poi
resta sempre dopo tante letture il languore di un’attenzione, di un sorriso, di
una carezza.
Il languore
di una tenerezza, di un tempo dedicato a guardare insieme l’azzurro del mare, a
sentire il tepore del sole, a condividere lo stesso momento, riporta in vita un
altro momento, quando, più giovani, più belli, più immemori avanzavamo felici
nel farsi del tempo.
Non siamo
più i ragazzi di allora, non ci sono più i ragazzi oramai, siamo soltanto degli
adulti stanchi ed annoiati con tanto tempo,
con poca voglia, con molto egoismo, senza tensione.
Nonostante
questa disillusione comune la nostra età ci riconsegna ora un tessuto pregevole
da rifinire con piccoli punti, con orli a giorno, con ricamo fine e la mano che
va è solo leggera, impalpabile e vera della poesia-che vola via-
Anche Marcuse, anche Fromm poi dissero questo:-Riscopriamo
i sentimenti!-
Non possiamo
vivere senza sentire, senza tendere verso un altro con disponibilità, con
pazienza, con attese.
E’ questo
l’EROS che è stato infangato, che soffocato giace sotto Il grande fratello, il
colpo grosso, Natale a Cortina, giace sepolto in un campo di grano e sopra le
spighe i nuovi poeti ondeggiano al vento un canto muto, il canto dei siti.
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