Intervista a
Vladimir Di Prima
"Il 12 novembre del 1990 moriva mio nonno, Francesco Di Prima. Ventinove anni dopo nasce questo. I numeri vorranno pur dire qualcosa...
Da gennaio 2020 in tutte le librerie."
“È questa la
vita che mi puoi dare?” Cercando una risposta inseguo Vladimir Di
Prima in Sicilia fin sull'Etna noncurante dei presagi nei tarocchi.
La
generazione dei quarantenni alla riscossa: Chiedersi se è proprio questa la
vita che tu puoi darmi.
Vladimir Di
Prima è autore di Avaria, libro di un sopravvissuto, di uno scampato ad un
incidente aereo per aver deciso di seguire una voce. Il protagonista si salva e
rincorre rive sconosciute, voci sconosciute. Il libro esce il trenta gennaio in
libreria, ma noi vogliamo sentire Vladimir proprio ora, che un altro incidente
aereo in Iran ci ha così sconvolto.
Conosco
Vladimir Di Prima a Zafferana Etnea al Premio Brancati di qualche anno fa,
invitata a far parte della giuria dal Direttore Artistico del Premio lo
scrittore e giornalista Raffaele Mangano.
Mi trovo quella sera allo stesso tavolo con
Giulia Caminito e Vladimir Di Prima, nonché con Renzo Paris che, nel corso
della serata, mi aveva fatto un complimento per me bellissimo. Mi aveva detto
che il mio modo di fare, di divertirmi con i dettagli, gli ricordavano la
stessa ironia e lo stesso modo di divertirsi che aveva Dario Bellezza. Da
allora io ho conservato gelosamente questa perla. La serata fu stupenda e sono
rimasta legatissima a tutti loro. Vladimir presentava un suo video contro la
violenza sulle donne e il tema voluto proprio da Raffaele Mangano era contro il
femminicidio. Da allora ad ora Vladimir ha prodotto altri video e scritto
romanzi e ora arriva questo Avaria pubblicato da A&B in accordo con
l’agenzia letteraria Stradescritte. È così Vladimir?
Vladimir Di
Prima: Non potevi dire meglio!
Ippolita
Luzzo: Da Avaria “Sin da ragazzino aveva temuto di precipitare con un aereo;
per alcuni anni era stato addirittura il suo sogno ricorrente, solo che nel
sogno lui non c’era mai a bordo: lo vedeva prendere quota con qualche
difficoltà. Un’avaria improvvisa. A un certo punto l’aereo andava in stallo e
precipitava nella campagna di suo zio Epifanio. Poco dopo l’esplosione si
svegliava terrorizzato”. Leggo il libro di Vladimir con negli occhi i resti di
un aereo distrutto in Iran e sembra che la cronaca si insinui nel libro dove lo
stesso disastro fa morire tutti i passeggeri tranne uno, Morando, sceso
dall’aereo prima che esso decollasse. Il protagonista si salva per aver seguito
una voce e continuerà a cercare quella voce per tutto il libro. Cosa cerca
Morando? Davvero così difficile è trovare una motivazione per vivere per un
quarantenne oggi?
Vladimir Di
Prima: Morando è un inetto moderno e nella sua inettitudine cerca una risposta
all'abbandono improvviso di Romina. Privo di stimoli, confuso da un frainteso
mito del successo così come nell'ultimo trentennio ha imposto una certa
“didattica” televisiva, egli sconta una drammatica inerzia e solo per caso si
ritrova a essere un sopravvissuto.
Ippolita
Luzzo: Una storia d’amore troncata bruscamente è il filo conduttore del
racconto. Il protagonista aveva ricevuto un solo sì proprio da Romina “La vita,
quella cosa piatta e lineare in seno alla concezione di Morando, lo aveva
abituato a ricevere troppi “No” ... il suo carattere, già di per sé orientato a
un pessimismo di matrice isolana, si era lentamente modellato ai solchi del
rifiuto.” Si trovano davvero davanti a un muro di no i quarantenni oggi? I
giornalisti, oggi? Morando è un giornalista o almeno vorrebbe fare il
giornalista eppure non riesce…
Vladimir Di
Prima:
I quarantenni di oggi sono quelli che più hanno subito il concetto di
privazione del futuro. Una generazione abbandonata al caso e all’espediente,
figlia dell'improvvisazione. I "no" che arrivano sono dunque
una logica conseguenza. Il personaggio, Morando Carcò, sogna ancora di
diventare un grande corrispondente per le maggiori testate nazionali, ma sconta
l’incapacità di uscire dal sottobosco della provincia che col tempo inghiotte e
frantuma ogni tipo di ambizione.
Ippolita
Luzzo: quanto è difficile oggi farsi conoscere nel mondo dell’editoria?
Vladimir Di Prima: Credo che in generale ci
sia una gran confusione dettata dalle leggi del mercato. Oggi si va più alla
ricerca del personaggio che all’autore di qualità. Tuttavia ritengo che ogni
epoca abbia le sue difficoltà e i suoi paradossi. All’inizio del secolo scorso
erano in pochi a saper leggere e scrivere, di conseguenza i lettori erano
davvero pochi. Oggi i lettori rimangono ugualmente pochi benché tutti sappiano
leggere e scrivere; sembrerebbe strano, ma non lo è affatto. Il mondo dell’editoria
poi, a bassi livelli, è pervaso da gente improvvisata che non ha nulla a che
vedere con la sacralità di un libro: mi riferisco a quegli editori che chiedono
contributi per la pubblicazione di un testo e a quegli scriventi che pur di
soddisfare un misero impulso dell’anima, chiamiamolo velleità, si piegano al
balordo sistema dell’editoria a pagamento. Per mia fortuna ho sempre avuto a
che fare con editori sì piccoli, ma estremamente raffinati, seri e
intellettualmente onesti.
Ippolita
Luzzo: Conosco l’asfittico spazio concesso alla piccola e media editoria eppure
queste difficoltà che mi hanno spinto, come dice Laborit nell’Elogio della
fuga, verso rive insospettabili, non conosciute, verso un regno della Litweb
che intercetta i bravi per davvero, direbbe Emanuele Pettener. "Quando non
può lottare contro il vento e il mare per seguire la sua rotta, il veliero ha
due possibilità: l'andatura di cappa che lo fa andare alla deriva, e la fuga
davanti alla tempesta con il mare in poppa e un minimo di tela. La fuga
permette di scoprire rive sconosciute che spuntano all'orizzonte delle acque
tornate calme”
E ricordiamo
il tuo recente video creato a dicembre 2019 con Francesco De Luca, voce e
autore dei versi, un canto alla generazione dei quarantenni, dal titolo 1979
(Scritta a Roma, il 28 Maggio 2019, in onore del Roman Poetry Festival e di
Castelporziano)
“Sono nato
nel Millenovecentosettantanove
quando è crollato un sogno
ma ancora vado chiedendo
Che Paese sarà mai l'Italia senza la Poesia?
quando è crollato un sogno
ma ancora vado chiedendo
Che Paese sarà mai l'Italia senza la Poesia?
E chiediamo
insieme se sia questa la vita che puoi darmi…
Ippolita
Luzzo qui con Bitetto, Ferraloro, Cerri e Di Prima, in affettuosa compagnia