martedì 16 dicembre 2014

Il palco vuoto



Il palco vuoto
Il sindaco, andando via da ennesima scempiaggine teatristica, sussurra: Melassa melassa uguale ogni anno- eppure non si oppone anzi sussurra, nemmeno un respiro deve circolare nell’aria fetida della palude.
Lo spettatore si beve qualunque sciroppo, un libro autopubblicato e sciorinato come Dumas e un corso per autoguida di un sé disperso nell’aere scuro del divenire
Un canto al cielo e un musical prodotto da chi fa scatole che son contesti
Vuoti
Palchi che applaudite per non sembrar esser diversi, palchi che poi omaggiate sia che ci sia un genio oppure un cretino.
Palchi che stanno su per un solo motivo quello di prendervi in giro perché se voi lasciando la rappresentazione non saprete nemmeno cosa abbiate visto, l’altro il protagonista pensa se ci abbia poi guadagnato a farsi vedere da una massa di ignoranti che nemmeno una critica, un pensiero concluso abbiano fatto
Palchi vuoti di pensiero debole troppo debole per opporsi a chi con comparaggio vi è salito su
Palchi inutili o utili solo a chi con un microfono vuol fare l’amore
Una masturbazione senza creare  

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