Giovanna Villella al leggio dell'Uniter in
Ippolita Luzzo, ritratto di donna non convenzionale 2
Già lo scorso anno ebbi a delineare un suo ritratto di donna non convenzionale sotto forma di divertissement.
Tuttavia, questa sera vorrei soffermarmi su alcuni concetti che servono a delinearne il profilo in modo più intimo.
Ho già avuto modo di dire che Ippolita è donna fantasiosa, visionaria e irriverente quanto basta. Mossa da una curiositas irrefrenabile che investe ogni campo dello scibile umano, sotto quella sua aria svagata si cela un’osservatrice acuta e attenta.
Ma è anche donna docilmente ribelle. E uso questo ossimoro perché la sua disobbedienza alle convenzioni sociali, espressa magnificamente in quel “Manifesto alla libertà” intitolato Io non sono una donna del Sud e contenuto nel suo ultimo libro Pezzi, si palesa fisicamente con sudorazione, mal di stomaco, continuo accavallare e scavallare le gambe fino al suo silenzioso defilarsi ma non si traduce mai in parole che possano ferire o umiliare gli altri. Nemica della volgarità in ogni sua forma o manifestazione, il massimo del suo disprezzo si compendia in una stringa “Quello è un cretino” declinata, quando necessario, anche al femminile. Non adusa a blandire o a compiacere, preferisce tacere.
Ricordo l’imbarazzo di certuni quando bisognava aggiungere un titolo accanto al suo nome “blogger”? E che cos’è? “professoressa”? Ah già tu “eri” una professoressa... Ma perché una volta che non si insegna più non si rimane professori? Oppure lo si deve considerare “usurpazione di titolo accademico? I “maestri” rimangono maestri, anche se cattivi... i senatori restano senatori e i professori ? Sono sempre professori... O ancora “critico letterario”. Critico letterario? “Ma perché, tu scrivi su Repubblica?”. Le chiese un giorno un sedicente scrittore lametino al quale aveva osato rivolgere una osservazione sul suo ultimo romanzo.
La sua risposta? Un sorriso.
Eppure ha vinto tanti premi: nel 2013, a Cropani, ha vinto il Premio Parole erranti nell’ambito dei Poeti a duello, X Festivaletteratura della Calabria.
Nel 2016 ha vinto il concorso “Blog e circoli letterari” indetto da RadioLibri nell’ambito di Più Libri Più Liberi al palazzo dei Congressi a Roma.
Dal 2017 fa parte della Giuria del Premio Brancati.
Nel 2018 ha vinto il Premio Comisso 15righe dedicato alle migliori recensioni dei libri finalisti.
Il suo blog è stato inserito dal sito Correzione di Bozze Wordpress fra i Lit- blog e le riviste online nazionali che si occupano di letteratura.
Concede e pubblica interviste su radio nazionali.
E il suo regno della Litweb, la sua finestra sul mondo, è uno spazio privilegiato dove si ritrova il meglio della produzione letteraria italiana indipendente grazie alla sua rete di relazioni che è riuscita a costruire con case editrici, scrittori, critici senza sponsorizzazioni, senza raccomandazioni e senza fondi ma in virtù della sua scrittura intelligente, onesta, lucida e graffiante.
Tuttavia nel nostro “paesello”, fatte le dovute eccezioni, non è sufficiente aver ottenuto dei riconoscimenti nazionali per essere presi in considerazione. Al massimo si può avere la fortuna di diventare un “esperimento antropologico”. Le donne di cultura sono altre e con ben altro appeal...
Però, se a Lamezia abbiamo potuto avere il piacere di incontrare autori di alto profilo lo dobbiamo a Lei che in un mondo cinico e autoreferenziale ha saputo trasformare l’universo social in universo sociale, la virtualità in realtà, il contatto in amicizia e ospitalità.
Il suo regno della Litweb è un regno di pace
"A dispetto di quel che credono in molti, la nonviolenza è un mezzo efficace e una pratica attualissima. Un rifiuto attivo, che si realizza in una proposta filosofica funzionale al cambiamento sociale..." Scrive sul suo profilo personale
“Mettete un fiore nei vostri cannoni” dunque, come cantavano i Giganti negli anni ’60.
Perché Ippolita è una donna generosa che sa gioire dei successi di coloro verso i quali prova affetto e stima. Il suo candore la porta spesso a innamorarsi delle persone, - “Credo negli esseri umani” cantava Marco Mengoni qualche anno fa - e se qualcuno le piace particolarmente acquisisce l’appellativo di “angioletto” salvo a rivelare, poi, la propria natura luciferina. Dopo i primi momenti di delusione e di sgomento, però, il suo metabolismo interiore ha la capacità di lasciar decantare le sgarberie che riceve e trasformarle in gentilezze. Non dimentica, ma non cova rancore e ha la rara capacità di sublimare le scortesie in fantasie letterarie che diventano esilaranti sferzate al nostro vivere quotidiano.
Ogni 13 novembre è la Giornata Mondiale della Gentilezza per ricordare che la gentilezza è contagiosa e ci aiuta a vivere meglio nella società. Essa viene dal cuore: è spontanea, disinteressata e accogliente, mentre la cortesia è formale e esteriore
Gentilezza, parola ormai rivoluzionaria e sottoutilizzata al pari di bontà, bellezza, felicità...
Parole che Ippolita ha il coraggio di usare, grazie all'intelligenza del cuore.
E concludo con una poesia di Angelo Maria Ripellino
“Come un pupazzo di Schlemmer” che ben si attaglia all'anima di Ippolita e di tutti coloro che, nonostante tutto, vogliono restare umani.
Non ho mai detto d’essere solo
come un pupazzo di Schlemmer.
Le case come vecchine
coi fazzoletti delle persiane sugli occhi
mi ripetono sempre parole cordiali.
Non ho mai detto di soffrire
come un pezzo i legno sotto una pialla.
Ma le stelle sempre si nascondono,
quando cerco un briciolo di luce.
Non ho mai detto d’essere triste
come una bottiglia vuota,
perché so già da tempo
che l’acqua svanisce dalle fontane,
quando ho bisogno di bere.
Non ho mai detto d’essere felice
come una spalliera di peone,
perché non so catturare la gioia,
che mi sfiora talvolta con piume di cigno.
Non ho mai detto nulla, ma ciascuno
comprende che adoro la vita.
Giovanna Villella
Uniter 20.11.2019
Ippolita Luzzo con Teodolinda Coltellaro, critico d'arte, e Giovanna Villella, critico teatrale |
Ippolita Luzzo con Costanza Falvod'urso, Presidente dell'Uniter, e Giovanna Villella |