S-Confini è una collana di attraversamenti e smarrimenti diretta da Fabrizio Coscia per Editoriale Scientifica. Sei i titoli precedenti: da Andrea Di Consoli Tutte queste voci che mi premono dentro, a Luca Doninelli Panico, passando per Francesco Borrasso Isula, Fabrizio Coscia Nella notte il cane, Renzo Paris Il picchio rosso, Rossella Pretto La vita incauta.
Mi piace ripetere i titoli per evidenziare le scelte tra un diario di viaggio e un taccuino di appunti, andando oltre i generi letterari, sconfinando proprio.
Sconfinando Permuniam trova il suo modo per ritrovare frammenti pubblicati trent'anni fa e appunti di un reportage fotografico in Polesine con Mario Dondero avvenuto tra il 2012 e il 2013.
Trova posto infine l'intervista che Antonio Gnoli fa a Permuniam uscita sulla Repubblica il 24 gennaio 2013 proprio per testimoniare l'incontro con Mario Dondero.
La seconda parte di questo libro si chiama L'angelo di Dondero e racconta come Francesco Permuniam abbia chiesto a Mario Giacomelli prima e poi ad altri fotografi di ritrarre i luoghi che furono teatro della Resistenza polesana, Giacomelli non se la sentiva, non voleva aggiungere i suoi fantasmi a quelli di Permuniam ed anche altri fotografi rifiutarono.
"La memoria e l'oblio si sa trovano il loro punto di equilibrio nell'immagine fotografica" ma proprio quando Francesco Permuniam aveva perso le speranze ecco arrivare Mario Dondero con la sua Leica. Così Francesco può realizzare la promessa che un 25 aprile di molti anni prima, da liceale, aveva fatto ai morti della Resistenza.
Vengono ritrovati i 42 cittadini fucilati davanti la casetta di un barbiere del polesine perché i fascisti non riuscivano a debellare i partigiani di quella zona. Ma bisogna leggere le pagine che scrive Permuniam per sapere la crudeltà, l'incredibile inanità di ciò che è avvenuto.
Tutti chiedono comprensione, oramai e i fatti storici vengono ridisegnati per farli accettare, o meglio Tutti chiedono compassione: è questa una frase di Augusto Monterroso in Opere complete. " Tutti raccontano interminabilmente la loro storia, tutti chiedono compassione"
Nella prima parte Permuniam riflette su il circo delle nevi, sulla neve artificiale sparata per consentire agli sciatori di divertirsi, su Una cosa ovvia e Nell'immane vocio della sera. Sono pezzi intimi e non, e soprattutto nei pezzi intimi ci stiamo tutti, tutti noi ci sentiamo dimenticati. Io scrivo proprio per non essere dimenticata da me stessa, per avere una traccia. E nella noncuranza del tempo forse gli amici confondono chi noi siamo stati.
Vi riporto ciò che Francesco scrive universalizzando il nostro rammarico "Più di un amico ha dimenticato il mio numero di telefono. E qualcuno perfino il mio nome... Messo in disparte dalla noncuranza del tempo, forse mi confondono con un altro che io fui, tanti anni fa."
Vi invito a leggere e troverete In memoriam quanto richieda apprendistato lo scrivere, quanto non sia stata una passeggiata arrivare a scrivere e a riscrivere per ristrutturare un testo. Un apprendistato grazie all'incontro con Andrea Zanzotto e Maria Corti.
Amatissimo Francesco Permunian in Tutti chiedono compassione. Microstorie, direi pezzi. Stupendamente in linea con tutti noi che leggiamo lui nel Il Regno della Litweb.
Ippolita Luzzo