"Ho fatto i conti con la mia infanzia", dice Francesco Permuniam di questo suo libro e continua col raccontare come fosse un bambino delicato, "un bambino marrone" per via della melassa con la quale, in penuria di latte, veniva nutrito. Un bambino che trascorreva il tempo ascoltando i topi scorrazzare nel solaio col timore che potessero entrare nel suo corpo attraverso le orecchie e il naso.
E da "quella atroce condizione infantile che ho preso a costruire i miei primi castelli di chimere. E ho poi proseguito da adulto" sul fantasticare come volo, come uscita, come liberazione, come veder meglio le tenebre dell'infanzia.
Calabiani antologia privata dei miei demoni infantili, di Francesco Permunian è situata nel Polesine, terra di Ossessione, scrive Rolando Damiani nella prefazione. Ed il libro porta in copertina una locandina di un evento, di una sagra avvenuta a Caverzere nel 1899.
Cavarzere è un paese diviso dal fiume Adige e al centro del paese la via Roma poi verso sud la strada di Adria, a circa un chilometro da Cavarzere si trova Ca'Labia. Nel libro troviamo una piantina della zona, con le case e gli abitanti, con i loro soprannomi e la composizione familiare, con qualche fotografia di allora, di cento anni fa. tutti poveri tranne qualche proprietario terriero.
Nel fascinoso racconto io rivedo Oblivia di Pippo Russo, quella strada e gli abitanti in un onirico racconto. Anche il passato ci sembra un sogno lontano, un incubo o una bella storia lontana lontana. "Oblivia è un luogo incantato. Vive immerso in una natura d'irreale bellezza, lontano dal mondo e in un tempo senza tempo. La gente di Oblivia non conosce altri che la gente d'Oblivia, Oblivia è irraggiungibile perché l'unica strada che la collegava al resto del mondo franò un giorno a valle; e gli abitanti stabilirono che fosse meglio così, e che quel posto potesse bastare a se stesso. Soprattutto, Oblivia porta nel nome la dimenticanza" così scrive Pippo Russo e così trovo in Permunian nella sua Ca'Labia.
Il racconto è inframezzato da versi, da incontri, da fotografie, e siamo già al suo primo incontro con Mario Giacomelli, a Senigallia, quarant'anni fa, quando un giovane poeta incontra il geniale fotografo di fama internazionale e dall'incontro nasce la collaborazione di un progetto visionario.
Permunian mandò nel 1982 le sue poesie a Giacomelli e lui faceva "un'operazione espressiva" con un effetto espressivo-evocativo, come ben dice, nella rigorosa e importante postfazione Licia Maione.
Da Ca'Labia al mondo tutto con l'incontro di anime elette, un'affinità elettiva che supera ogni distanza e vive nel magico luogo dell'arte e della fantasia.
Un libro da amare moltissimo e che è amato moltissimo nel regno inventato, Il Regno Della Litweb
Ippolita Luzzo