Uno scritto disarticolato e mescolato con tanti suggestioni.
Siamo in un poliziesco, in un noir, in un giallo, in un saggio filosofico o in un racconto scritto per divertimento?
Non sciogliamo quasi mai la domanda.
Ci sono alcuni passaggi in cui ti chiedi se l'autore scrivendo abbia proprio detto:"valutate bene se e come fidarvi delle apparenze, anche se tutto questo potrebbe essere, più o meno, successo. Più più che meno" ed ancora
"Gli errori/riemergono sempre/minacciosi ed imponenti/come iceberg di cobalto/dall'oceano del passato/pericolosi se scaldati dal sole vagano/cozzano quando meno ci si aspetta/contro i vascelli
ove viaggiamo ingenui/credendoci al sicuro/in un attimo possono rovinarti/o salvarti la vita."
La scomparsa dell'orologio dalla stazione centrale, rubato per essere portato in un loft, la mansarda dello strano ladro di oggetti ormai dismessi e già considerati inutili, sta sullo sfondo di un racconto con le lancette anch'esse all'incontrario. Troppi generi si avvicendano ed anche se io prendo il filo e lo conservo, mi ritrovo lo stesso un po' disorientata. “Gli artigiani d’un tempo erano degli artisti”
Amerigo Erthel, orologiaio per sempre, ed infatti ritrovo il filo ed:eccoti- faccio soddisfatta, leggendo la poesia nel racconto.
“Allo scoccar dell’imprevista ora
le parole diventan giuste,
l’idea divien superiora
e il fato adopra le fruste
ché gli oggetti decidan detentori
e non viceversa accada
a nulla servan né forza da tori
né intelligenza di sciarada.”
“Tutti guardavano smarriti e attoniti la staffa sulla quale fino a poco tempo prima c’era l’orologio. Anch'essa rischiava la rimozione, perché – si vociferava – quello nuovo avrebbe necessitato di altri sostegni. Ma nessuno lo voleva, quello nuovo. La gente rivoleva quello di prima, quello che aveva segnato gran parte dei momenti della loro vita: ritardi e anticipi, arrivi e partenze, corse e pianti.”
L'idea senz'altro originale e simpatica che dovrebbe essere rimontata, dopo essere stata fatta a pezzi come l'orologio, da un attento e certosino lavoro che riesca a mettere a posto la lancetta che va indietro, nei rimandi letterari che piacquero all'autore. Quella stazione si può riprendere con ben altri esiti, e riportare l'orologio funzionante al tempo che fu
"La stazione, il mondo, tutte le situazioni e tutte le circostanze rimasero in sospeso davanti a loro, prima dell’accelerazione naturale del compimento. Nell'esatto punto in cui la radice diventa tronco e il tronco diventa ramo"
Ed è questo l'augurio che faccio all'autore, che sappia collegare gli ingranaggi come l'orologio fa andare i treni nella stazione delle nostre letture. Con il saluto della Litweb