Oggi nelle librerie il libro di George Gissing, pubblicato a puntate nel 1900 su una rivista inglese molto importante "The Fortnightly Review" e poi in volume nel 1901 e ora con la curatela e la traduzione di Mauro F. Minervino e un testo inedito di Virginia Woolf sui Romanzi di George Gissing abbiamo il piacere di rileggerlo nel 2022 pubblicato da Exòrma Edizioni. Il libro è arricchito con disegni e schizzi originali di Gissing e tiene conto di appunti e note del diario e dalle lettere ai suoi familiari spedite dai luoghi della Calabria. Scrivo questo perché in passato si è già pubblicato Gissing nel suo viaggio ma non con questa ricchezza di particolari, con un approccio di grande studio e ricerche e con tanta cura. Un vero gioiello come del resto ci ha abituato la Exòrma Edizioni, i cui libri profumano di una pregiata carta e ci inebriano già nello sfogliare.
Mi sento molto vicina a Gissing per le sue annotazioni sull'incomunicabilità fra le mura domestiche, nella "quotidiana e meschina cronaca famigliare" dalla quale lui cercherà di evadere, suppongo, viaggiando e scrivendo. Le lettere all'amico Bertz, "Trollope?" ed io sobbalzo nella assonanza avendo Trollipp come link nel blog. Molti i libri di Gissing e nella lettera al suo amico Edward Clodd é anche lui alla prese con un contratto decente e una buona casa editrice, anche lui esprime dubbi sul suo agente letterario! Disprezzo e indifferenza dei contemporanei e ammirazione e rispetto poi per oltre un secolo e ancora nel futuro. Come nei romanzi così in questo diario del suo viaggio da Napoli a Paola, a Cosenza a Catanzaro, e infine a Reggio Calabria dove fa una visita al Museo ed ovviamente è l'unico visitatore, scopre così che il governo italiano non ha ancora preso il museo sotto la sua responsabilità e incontra il direttore del museo, un uomo entusiasta, dedito alla cura dei reperti, dove aveva speso sedici anni della sua vita e a nessuno interessava. Prima di partire gli fu aperto il libro dei visitatori per apporre una firma. La maggior parte della ventina di firme erano tedeschi e sulla prima pagina trova il nome di Francois Lenormant, Membre de l'Istitut di France nel 1882. Voglio riportare questo episodio per evidenziare con Gissing e con Lenormant di cui ho scritto tanto, tutto lo sciupio, il disinteresse, l'indifferenza, la miseria spirituale di luoghi ricchissimi di storia.
Amandoli come li hanno amati loro questi luoghi potranno ancora vivere di vita letteraria se non di vita pubblica e di realtà difficile.
Verso Il Mar Ionio qui con le parole di Mauro F. Minervino:
"Esce il 28, e lo troverete in tutte le librerie. E' un libro a cui tengo moltissimo, più che l'avessi scritto io.
Io e il suo autore ci conosciamo si può dire da sempre. La letteratura e i buoni libri fanno miracoli e possono invertire la freccia del tempo, e renderci contemporanei. Il genio di Gissing, insieme ai suoi ventisette romanzi e ai suoi più di cento racconti mi fa compagnia, da quando ancora studente gli dedicai la mia tesi di dottorato in etno-antropologia.
Questo libro mi è costato molto lavoro, molto tempo, molti viaggi e il rischio di molti "altrove", per inseguirne il suo fantasma situato tra due mondi, il Nord e il Sud, i due poli eterni di ogni fuga, di ogni ritorno, ammaliato dalle stesse sirene che portarono così lontano il vittoriano solitario dalle brume di Londra, lontano, su questi stessi luoghi più di cento anni fa, felicemente perso in cerca della luce meridiana, la vita desiderata, "an other new life".
E adesso, finirlo e vederlo stampato, dopo anni di lavoro e di vita, molto duri e molto difficili per me, significa (ben oltre gli scopi culturali evidenti nella proposta di un libro così), ritornare a tentare di dare ordine e senso anche ad un grumo di cose così personali da essere diventate col tempo inesprimibili.
Cos'altro dire di George Gissing, così antimoderno, così innamorato della vita, così scandalosamente "unclassed"? che dire di un inglese che nel 1897 voleva farsi calabrese? Leggetelo, non ve ne pentirete."
Verso il Mar Ionio nel Regno della Litweb orgogliosa di poter ospitare meraviglie
Ippolita Luzzo