mercoledì 14 maggio 2025

Giovanna Albi Il castello di carte


 "Chiara si era chiesta per anni se il passato fosse una pozza o un battello, un mare o uno sputo." Dal libro di Giovanna Albi Il castello di carte pubblicato da Di Felice edizione in questi giorni mi piace prendere questo passaggio esemplare per delineare il senso che tutti noi diamo al passato come Chiara, la protagonista, e insieme come chiave di lettura per un romanzo ironico e divertente su tanti stereotipi in auge nei nostri tempi. La stessa autrice nel libro ci dice che “leggere è immedesimazione, introiezione e proiezione, quel libro che ti lascia come ti ha trovato non è un libro. Quel libro che ti muove nelle viscere chi sei e ti evoca a te e ti mette in gioco, quello è un libro, come maestro platonico è quello che ti fa partorire la tua verità che tende per definizione a nascondersi, ma da qualche parte la dobbiamo trovare la luce per far risplendere la nostra persona e squarciare le tenebre della menzogna” e poi indaga le caratteristiche diverse fra uomini e donne nei confronti della psicoanalisi “Difficile che un maschio vada in psicoanalisi. Osservate un adolescente: combatte un po’ per l’affermazione della sua personalità, ma è una lotta fittizia, è già tendenzialmente formata. Gioca a picchiarsi, come sui campi di calcio, dove talvolta si fa male davvero. Ma più che affermazione della personalità è misurazione della forza fisica. Non parla dei suoi amori, è riservato; anche l’allievo più spavaldo arrossisce se gli chiedi se è innamorato. Già a quindici anni è dentro un quadrato d’identità; non forza i limiti, li accetta come dato naturale e si rafforza sempre più dentro qualche certezza. Deride i gay, perché ha paura di diventarlo, ma, al primo rapporto, la paura scompare e non torna più” intanto mi piace ricordare questo altro passaggio su due principi  “ principio di piacere” e “principio di realtà”, che oggi non hanno nessuna attualità. In secundis, creano due binari di vita: il passato e il presente.” Sembra o potrebbe sembrare altro questo libro  perché la lettura si presta a diverse interpretazioni tanto il racconto è ricco di spunti, leggere le pagine su Manzoni e Leopardi,  ma come mi piace ricordare 

“potremmo mettere il romanzo in una letteratura rosa che tende al dark, assai colta e spiazzante, svagata e profondissima, divertita e commovente. Contiene anche una specie di pamphlet semiserio sulle principali tipologie del maschio: “L'uomo narciso” (ha paura delle donne), “L’uomo Achille” (decisionista, di rapinosa sensualità), “Un Ettore dei nostri tempi” (ha sacro rispetto per la famiglia), “L’uomo don Abbondio” (pantofolaio, gay passivo), “L’uomo cinico” (ma ci sono anche le donne ciniche). Decidete in chi riconoscervi.” Dalla prefazione di Filippo La Porta "Mutano le parole, il mondo non si vive, si abita.” Come a dire che l’esperienza umana implica un elemento di passività e impotenza. La realtà che ci troviamo per caso ad abitare, infinitamente mutevole e mai davvero modificabile da noi, la subiamo. Eppure possiamo assecondarne certe spinte, accordarci a un suo ritmo, trasformare il negativo in positivo. E per Giovanna Albi il laboratorio alchemico dove può avvenire questa trasformazione è la scrittura stessa, cura delle parole e dell’anima.” 

Giovanna usa le sue conoscenze per regalarci un segreto che nemmeno Chiara sa. Divertiamoci dunque a scoprirlo insieme

Ippolita Luzzo 

lunedì 5 maggio 2025

Romano Augusto Fiocchi Il violinista Igor Brodskij


Avevo scritto il 3 Aprile su questo delizioso racconto di Romano Fiocchi in un post su Facebook ma i post sui social sono facilmente reperibili mentre qui sul blog diventa un link da conservare in memoria e per questo lo riporto ben felice che in questo mese molte recensioni autorevoli si siano aggiunte alla mia entusiastica lettura ed il libro venga apprezzato da molti lettori.

Nella nostra responsabilità di consigliare e segnalare libri belli poi siamo felicissimi del consenso ricevuto.

Conoscevo La libreria del mondo offeso a Milano e la rivedo in piazza San Simpliciano nel 2019. La conoscevo tramite Facebook ma abitava anch’essa nel Regno della Litweb con tutte le altre librerie amate conosciute attraverso i miei amici. Ora la libreria non è più a Milano ma la ritroviamo in questo libro di Romano A. Fiocchi pubblicato da pochissimo tempo e già amatissimo qui in Litweb. 

Dacché è giunto ho subito trascorso le ore in questa fiaba che fiaba non è ma ne conserva la melodia, ne conserva il piacere della ripetizione, ne conserva il tempo della fiaba. C’era una volta e il personaggio c’è ma al contatto con la realtà non c’è più. Dov’è? C’è però e ha una storia di veleni, di anni violenti, di freddo. 

Sentiamo suonare la musica da un violino inesistente così come ora resistiamo e leggiamo bei libri che non trovano posto nelle librerie con nostro grande sconcerto. 

Romano dice: "Ci sono momenti in cui arrivo a pensare di non aver scritto un libro ma di aver composto un nuovo tipo di musica: la musica di Igor Brodskij. Che in fondo è la musica del mondo, quella che ciascuno di noi vorrebbe ascoltare” ed eccoci a Milano da via Dante, corso Garibaldi, il Carmine, Cordusio, via Rovello, via Broletto, via San Giovanni sul Muro, via Tivoli, via Mercato, i Navigli, fino a a edifici ormai scomparsi dalla memoria dei milanesi, come l’Hotel Napoli. Leggo il risvolto di copertina con le parole di Ermanno Cavazzoni: «Scritto lodevolmente, una fiaba svolazzante nell’aria, che mi ha colpito».

Anche io rimango affascinata di questo racconto breve, solo 144 pagine e leggendolo sentirete  una musica che cambierà il mondo. “Perché lui Igor Brodskij, è il più grande violinista del ventunesimo secolo. No, non si esibisce nei concerti, non incide dischi. Bisogna cercarlo per strada: sui marciapiedi di Milano, di Parigi, di Londra, di mezza Europa.” 

Come nelle fiabe qualcuno si metterà alla ricerca di questo musicista, di questo eroe senza dimora, e anche noi andremo a cercarlo per le strade del mondo. Cosa incontreremo? Poesia, innamoramento, e poi nell’allontanarsi il languore di un tempo, di una musica celestiale suonata da un violino che non esiste. Ultimamente tante cose non esistono ma sono più vere di ciò che esiste ed è perciò che grande amore ho verso la storia di Igor che suona con un violino inesistente nel grande e inesistente regno della Litweb 

Bellissima fiaba. Nel racconto suona la musica di Il violinista Igor Brodskij

Ippolita Luzzo


Romano Augusto Fiocchi è nato a Pavia nel 1961. Giornalista pubblicista, ha esordito nel 1982 sulla storica rivista di cultura Il Calendario del Popolo, collabora con il blog letterario Nazione Indiana e con il mensile Biblioteca di Via Senato.

Nel 1983 è stato finalista al premio di poesia Guido Gozzano. Ha pubblicato un centinaio di racconti suddivisi in varie raccolte, tra cui: Capricci pavesi (1986), PazzaPavia (1989), Dipinto a testa in giù (1994), Un mistero in via Cardano (2004), Racconti da un mondo offeso (2018) e il racconto lungo La leggenda delle perle di fiume (2007). Su invito del curatore Francesco Permunian, nel 2020 ha partecipato all’opera collettanea Piccola antologia della peste con il racconto Civico trentanove.

Sempre nell’ambito dei racconti, nel 2009 ha vinto il premio InediTo-Città di Chieri e Colline di Torino con Il gatto del soldato e nel 2013 il premio Le storie del Novecento con Opernplatz.

Come romanziere ha esordito nel 2006 con il veneziano Il tessitore del vento, ripubblicato da Ronzani nel 2022. Ha fatto seguito, per le edizioni Qed, Il violinista Igor Brodskij (2025).


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