Mario Maruca
all’Uniter
Il teatro
dalla scena al quotidiano
Il teatro
come comunicazione e per comunicare bisogna saper pronunciare le parole
Il teatro
come dizione corretta
Rispettando la
lingua, l’italiano.
Poche regole
per avere dizione corretta
Le vocali
sono sette, a è é i o ò u, aperte o chiuse.
Sono aperte
se sono accentate sono chiuse se sono atone.
Lo
insegnavamo a scuola ma non l’abbiamo mai messo in pratica, colpa di una
abitudine dialettale. Di un uso comune
Ci siamo
privati del piacere del suono della parola.
Mentre Mario
parla di curva discendente e ascendente della frase, mentre parla dei muscoli
facciali che non muoviamo nel pronunciare suoni, mi passa davanti un sud
perdente e rinunciatario, servile e furbetto che se ne frega di imparare una
corretta pronuncia. Un sud inservibile, continuo io, pensando a come abbia
insegnato grammatica italiana, accenti e vocali senza mai correggermi un po’.
Nel porgere
la parola ora Mario ci parla di gesti, di postura
Armonia tra
corpo e mente
Se ti muovi
veloce non puoi parlare lento perché l'azione del pensiero è una reazione
all'azione del movimento
Di bugia e
verità
Di come
attore debba essere vero se non lo è risulta falso allo spettatore e non più
credibile nel suo momento
Dalla scena
al quotidiano
Recitare,
creare energia
La posizione.
Lo spazio tra noi.
La giusta
distanza
Controllo
delle cose
E mentre
Mario conclude sua lezione di base sul vivere civile ci mostra con un esempio
come ogni gesto sia una reazione ad un altro, se tu fai ciao ti risaluteranno e
se rispondi arrabbiato ad uno già di suo infuocato un incendio si propagherà.
Al fuoco bisogna
buttare acqua, ha sempre detto mia mamma e Mario insieme, facendo esempio e
rispondendo dolce e con tono calmo a chi prima era irritato vedremo che anche l’altro
sarà più disponibile, si placherà.
Lezione che
noi tutti applaudiamo certi di voler imparare almeno a dir giusto una e.
Grazie Mario
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