Di ritorno dai racconti di Paolo Zardi.
L’era della dignità borghese Fantasmi Non passa invano il tempo Il risveglio Il Signor Bovary
L'era della dignità borghese sta in una famiglia come tante dove ci si ritrova nei gesti “ alle 12:45 il pranzo era in tavola. Il padre spezzò il pane e versò il vino” ed è subito De Andrè Il pescatore, ed è subito il Vangelo di Luca. Veniamo risucchiati da ciò che diceva Tacito " la principale causa di miseria è il desiderio di ricchezza; dopo duemila anni, anche lei stava crollando sotto il peso della sua smodata ambizione."
Raccolgo appunti "La vita non era altro che un interminabile elenco di ricordi e dettagli trattenuti con una forza disperata.”
Racconti sulle conseguenze del nostro agire, almeno il primo e l’ultimo. Sembrano inezie ciò che fa la giornalista inventando il caso del pedofilo davanti la scuola Maria Goretti, sembra un’inezia la scappatella coniugale del direttore di banca, il signor Bovary. Poi si viene invasi dai fantasmi, da chi c’è anche se ormai non abita più con noi. È andato via il nostro mondo, i vicini di casa, il quartiere, le abitudini. Scomparsi. Li sentiamo vicini ma sono lontani. Piango con un padre che cerca suo figlio Leonardo e guardo con mestizia a quell’uomo che rincontra dopo moltissimi anni un suo compagno di scuola e bevendo bevendo rivede l’Annunciazione. Nel risveglio un uomo muore e ritorna. Scende per fermare una aggressione e lui viene aggredito. Si risveglierà cambiato. La scrittura di Paolo migliora sempre anche un semplice canovaccio e ci precipita nell’attesa, nella suspense. Si leggono con suggestione perché seducente è il suo scrivere. Ci porta con lui con la sua immaginazione legata ai nostri sensi.
Mi piace lasciarvi con lui, con fantasmi, con la sua scrittura che ci avviluppa e ci affascina
"Fantasmi: Il passato traccia la propria esistenza sopra qualsiasi cosa capiti a tiro: sui fogli di carta, nelle volute del cervello, nella morfologia delle montagne, sopra le foto che sbiadiscono giorno dopo giorno, sulle pareti delle grotte dove pallidi pigmenti raccontano storie di uri e cacciatori, nella luce che arriva dalle galassie dopo viaggi durati miliardi di anni. Lascia impronte ovunque, segni che si sovrappongono a segni più antichi."
"C’è una calamita piazzata davanti a tutti, e tutti andiamo in quella direzione, ciechi e sordi a ogni distrazione. Dopo il matrimonio, lui e Luisa non avevano parlato dell’ipotesi di avere figli. Li avevano avuti come per istinto: il sole sorgeva, le persone morivano e due esseri umani mettevano al mondo altri esseri umani, accecati dal miraggio di un luminoso futuro, in qualche modo obnubilati. Fossero andati a processo, avrebbero potuto invocare l’incapacità di intendere e di volere, e sarebbero stati assolti. Ovunque regna questa attrazione inspiegabile verso la vita: l’eccitazione di poter creare qualcosa dal nulla, un potere dai tratti divini"
Paolo Zardi nel Regno della Litweb
Ippolita Luzzo