1 aprile 2011
Etica Nicomachea due- Segnali di fumo
La parcellizzazione dell’amicizia
Cellulare – messaggi – internet –
facebook – messenger – posta elettronica i nostri segnali di fumo oggi. Con i
richiami ed i rinvii si crea l’abitudine, l’abitudine ad attendere. L’attesa
che nasce in tutti noi è inevitabile e impalpabile. Lo spiega bene Saint-
Exupery, forse glielo avrà detto Consuelo, sua moglie e sua musa ispiratrice,
probabile vittima amorosa. Questo atteggiamento si chiama addomesticamento,
lasciare che un altro attenda quello che tu hai già dimenticato. Nonostante
questo nasce, sempre, negli animi deboli o in quelli forti, insopprimibile il bisogno di un affetto, di un amico. Non si
può vivere solo con cose. Si tenta però, sostituiamo persone con altre persone,
con cani, con gatti, gioielli, automobili, computer, amicizie virtuali e perciò
non comprendibili l’alterità. C’è ora una alienazione degli affetti –
dell’amore – dell’amicizia – della dedizione – del sacrificio – del rimorso –
della nostalgia . Una rimozione. Ora si parcellizza tutto. La parcellizzazione
dell’amica. Con una parli solo di acquisti, con un’altra solo di film, e via
via amica che viene, argomento che vai. Si gira intorno ad una conversazione
diventata asfittica, limitativa, un parlare a pezzi, a bocconi. Un boccone di
famiglia, muuh! Buono, un po’ salato, un boccone di politica, di sport, di
malattia. Un po’ di mistero. Nessuna notizia personale, potrebbe essere
maneggiata, travisata, riportata, meglio non dire, o dire – Ho un impegno – Ci
vediamo - Non ci vediamo – chissà!
-
Telefona
tu – telefona quando vuoi, lo sai che mi fa piacere. Io no, è vero, non
telefono, ma lo sai ho tanto da fare e poi non vorrei essere invadente. –
La benevolenza sociale ti lascia il
dubbio di essere tu la sbagliata. Cosa farai? Telefonerai e sarai invadente,
non avrai nulla da fare! Oppure non telefonerai ed imparerai la buona educazione? Ma dopo aver
aspettato tanto e alla fine capitolato e telefonato ecco: – Ti sei persa, stavo proprio pensando a te,
ti avrei chiamato sicuramente io oggi – e tu resti indecisa se urlare,
imprecare, ucciderla o molto più prosaicamente stare in silenzio.
La benevolenza ti lascia così, con
cortesia, con un sorriso, nel dubbio se quella persona voglia o no mai condividere
un po’ quel che tu vuoi.
Condivisione umana che ci fa diversi dagli
animali - così dice Aristotele a pag.
813 dell’Etica Nicomachea- BUR-. “In questo senso si predica il vivere assieme
per gli uomini e non come per le bestie il consumare il pasto nel medesimo
luogo. Bisogna percepire assieme all’amico anche che egli è, esiste e questo
avrà luogo nel vivere assieme e nell’avere comunanza di discorso e di
pensiero.”
Gli animali mangiano in gruppo ma non
progettano un vivere sociale, spiega Aristotele. Io, guardando gli occhi buoni
di Argo, il labrador di mia sorella, penso che il filosofo non fosse a conoscenza
di quanto affetto possano dare cani e gatti, come ci rimproverano, come ci
attendono, come ci ascoltano.
Manca sicuramente il momento della lite, delle
recriminazioni, della parità, essi dipendono da noi, dalla nostra ciotola, proprio
per questo non possono essere nostri amici.
Non hanno la libertà di sceglierci. Siamo
noi a sceglierli. Vorremmo fare così anche con le persone.
In questa parcellizzazione odierna
scompaiono i bocconi buoni, lasciando solo sapori artefatti di una cucina
emulsionata e addensata, una cucina priva di amicizia. La parcellizzazione
dell’amicizia ha lo stesso effetto alienante e spaesante del parcellizzare ogni
settore della vita umana.
Le conversazioni fra amici, amiche,
conoscenti, colleghi ripetono ritornelli sempre uguali. Ma tutto questo è
perfettamente normale con i conoscenti,
con un’amica no, non dovrebbe essere così. Perché un’amica ti cambia, con una
sei in un modo, con un’altra sei diversa, cambia il sorriso, la postura, le
frasi, gli argomenti, anche il lessico, a volte. Stupefacente, ma vero, è
l’alchimia che ci testa. Bella, finché dura l’intesa, poi tutto finisce e
iniziano le lamentazioni. – Lei non mi capisce, è invidiosa, non telefona- e via da una parte e dall’altra.
Non c’è il tempo per una vera
amicizia tutto scorre epidermicamente, in superficie, senza poter fermarsi a
guardare.
Un’amica mi ha detto che la cucina
preferita ora è quella pronta, già precotta, cibi da mettere velocemente in
forno e portare in tavola, così senza spreco di tempo, di pensiero. Così è.
– Addirittura! – L’esclamazione di
una donna ad un’ amica che le confessava
di pensarla come riferimento importante nei suoi affetti, forse l’unico,in quel
dato momento della sua vita.
Non era un rimprovero però, ma un
modo per ridimensionare, per non enfatizzare, un modo per relativizzare rapporti umani tendenti fatalmente ed
erroneamente all’assoluto.
L’altra pensò a quell’addirittura in vari
modi, sempre via via diversi e il positivo si dispiegava lentamente e
decisamente cancellando l’amarezza di non aver avuto come risposta il più
banale
– anch’io – rimandante un’alterità utopica e
perciò non realmente esistita.
Ciò che Aristotele, Sant’Agostino hanno
argomentato sull’amicizia, sull’affetto, sul sentimento, rimane nella sfera
dell’opinabile, del desiderabile, della tensione ma difficilmente e raramente in quella della realtà, del concreto.