venerdì 12 luglio 2019
Remo Bassini La donna di picche
Una lettura gradevole e affettuosa mi fa compagnia nel pomeriggio afoso di un luglio non particolarmente ostile. Una lettura che mi porta a Vercelli, sede quindi di una mia vacanza sui tasti e sulle pagine del libro di Remo Bassini, La donna di Picche.
Ambientato a Vercelli, il racconto inizia proprio con il tempio abbandonato di Saletta, nel Vercellese, vicino ad Alessandria.
Il tempio è rotondo. ha dodici colonne, un sotterraneo. Un tempio forse pagano intorno al quale sorgono leggende di orme gigantesche e di fantasmi, il fantasma di una bellissima dama bianca.
Esiste la leggenda di un amore impossibile e dei due innamorati contrastati che si tolgono la vita vicino al tempio e lì vicino satanisti si riuniscono per i misteri che ci intrigheranno.
La trama e i fatti vengono narrati da due voci femminili, ognuna di queste voci con le esigenze proprie, una sorta di possesso sul personaggio di cui dicono.
Il protagonista dell'inchiesta non ci dice altro se non quello che ci viene raccontato di lui.
"Il commissario Pietro Dallavita, inviato, dalla Omicidi di Torino, in missione speciale a Vercelli e insieme a lui, a far luce sull'efferato assassinio di un brillante avvocato, il fedele ispettore Domenico Tavoletti e due donne, una di cuori e una di picche."
In effetti ci spiazza questa storia raccontata da due donne, una storia torbida di delitti. Inizia con l'uccisione della mamma di una delle due donne e prosegue con una indagine più intorno all'anima dei sospettati e dello stesso commissario che alla ricerca dei fatti.
Non potrebbe essere diversamente, anche se una delle due donne, Micaela, è una collega del commissario, una ispettrice, e lavora nella stessa squadra. Vediamo un po' come è fatta questa squadra dalle parole del questore:" Sai qual è la cosa peggiore che devi affrontare quando sei al comando di altri uomini? Al primo posto c’è l’inaffidabilità: lavorare con soggetti inaffidabili.. Al secondo posto c’è la litigiosità, gli scontri tra bande o tra singoli. Al terzo posto l’incapacità, soggetti che avrebbero dovuto fare altro. Con gli incapaci è facile, basta affidargli mansioni semplici.. con gli inaffidabili bisogna fare attenzione, evitare che ti accoltellino.. Ma se una testa calda è bravo e affidabile sono cavoli amari."
Marco Bellomo, il questore di Torino così dice a Micaela dei suoi uomini e così si potrebbe dire in generale di tutti i luoghi dove molti si relazionano. Nella difficoltà fra ciò che si vuole e ciò che si può si muovono e si incagliano i desideri, gli amori taciuti e non. Nella difficoltà di essere e non essere, in un divenire sempre più torbido fra rapporti familiari malati, il legame di sangue diventa il cappio che soffocherà la vita che lo stesso legame crea. Un fare, anzi un creare, all'interno delle famiglie, e un distruggere. Qui noi lo leggiamo sotto forma di noir grazie a Remo Bassini.
Ho letto anche altri racconti di Remo Bassini e in tutti ho trovato il gusto del leggere storie ben costruite e narrate con l'oralità tipica dei racconti delle nonne. Lo stile affabulatorio del raccontare un meccanismo che ci attrae e ci inganna, uno stile personalissimo che fa di un thriller, di un noir, un racconto psicologico, un viaggio interiore, una introspezione poliziesca fatta con affetto.
Ippolita Luzzo
Remo Bassini, classe 1956, è scrittore e giornalista. Per nove anni è stato direttore del periodico La Sesia di Vercelli, città dove vive e lavora. Ha pubblicato, tra gli altri, per Fernandel il giallo politico Lo scommettitore, finalista al concorso Libro dell’Anno per il programma radiofonico Fahrenheit, per Newton & Compton La donna che parlava con i morti, per Mursia Dicono di Clelia. Con La notte del santo fa il suo esordio nel catalogo Nero italiano di Fanucci.
domenica 7 luglio 2019
Maura Chiulli Nel nostro fuoco
"Sente il cuore accelerare e fermarsi. Sulla tempia, una vena pulsa e se ci appoggia sopra un dito la sente rigonfia di sangue. Le estremità del suo corpo si stanno addormentando e lo stomaco è come squarciato, diviso al centro in due parti. Vorrebbe convincersi della transitorietà del malessere, socchiude gli occhi e si dice di respirare. All'improvviso sente solo di dover riposare, di voler cadere in un sonno profondo. La città si consuma, brucia, corre ed è come se lui non esistesse. Non ha il coraggio di chiamare aiuto e si accorge che senza voce è invisibile. Non esiste perché non chiede, non soffre perché non grida. È davvero così che funziona? Davvero è necessaria la voce per dire? In quell'istante si rende conto di non aver mai provato neppure a esserci, di aver preferito la resa, di aver sempre approfittato dei vantaggi di una vita già scritta, già detta da altri."
Il racconto di Maura Chiulli ha lo stesso evolversi di una lingua di fuoco, si anima con l’ossigeno e comincia a bruciare, così come succede all'inizio di tutti i fuochi.
Il protagonista è Tommaso, e insieme a lui il fuoco.
Il fuoco per esserci deve essere alimentato e subito dopo Tommaso ci racconta del suo incontro con la domatrice del fuoco.
Un incontro importante, quanto lo è il fuoco nei quattro elementi base della filosofia dei presocratici: aria acqua fuoco e terra.
Seguiamo Anassimene di Mileto e poi Empedocle e sapremo come leggere e mescolare gli elementi naturali nello svolgersi individuale e universale delle storie.
Elena è la donna fuoco che incendia e fa innamorare Tommaso, la donna che ha un modo di vivere col fuoco. Lo usa per il suo lavoro da donna drago nelle piazze. Una mangiafuoco di professione.
Ed il fuoco incontra la terra di Tommaso, insieme daranno vita a Nina, aria e acqua, una bimba che avrà pezzi mancanti per essere autonoma. Sarà un esercizio durissimo dover essere responsabile della vita di Nina.
" Inizio il mio esercizio per la vita. La mia permanenza nel mondo dipende da quanto in fretta ritorno a respirare da solo. Un treno di emozioni mi attraversa, senza fermate. Sono forte, sono vivo. Inspiro ed espiro, ricomincio e sono un bambino. Non sento le voci. Le ho uccise insieme ai serpenti. E ho attraversato una fiamma altissima. «Oggi pomeriggio esci».
L’andamento della scrittura non è tanto il raccontare ma il vivere dentro gli elementi, dentro il cuore consumato di Tommaso, dentro le pagine come se il lettore fosse un elemento in più. Il libro non è un romanzo, appartiene invece al diario, come se ogni pagina fosse la pagina carpita della scrittrice ai suoi protagonisti.
Un esercizio per la vita, imparare a respirare.
Insieme all'invito ad uscire, ad andare a chiedere aiuto.
Maura Chiulli Nel nostro fuoco
Ippolita Luzzo
Il racconto di Maura Chiulli ha lo stesso evolversi di una lingua di fuoco, si anima con l’ossigeno e comincia a bruciare, così come succede all'inizio di tutti i fuochi.
Il protagonista è Tommaso, e insieme a lui il fuoco.
Il fuoco per esserci deve essere alimentato e subito dopo Tommaso ci racconta del suo incontro con la domatrice del fuoco.
Un incontro importante, quanto lo è il fuoco nei quattro elementi base della filosofia dei presocratici: aria acqua fuoco e terra.
Seguiamo Anassimene di Mileto e poi Empedocle e sapremo come leggere e mescolare gli elementi naturali nello svolgersi individuale e universale delle storie.
Elena è la donna fuoco che incendia e fa innamorare Tommaso, la donna che ha un modo di vivere col fuoco. Lo usa per il suo lavoro da donna drago nelle piazze. Una mangiafuoco di professione.
Ed il fuoco incontra la terra di Tommaso, insieme daranno vita a Nina, aria e acqua, una bimba che avrà pezzi mancanti per essere autonoma. Sarà un esercizio durissimo dover essere responsabile della vita di Nina.
" Inizio il mio esercizio per la vita. La mia permanenza nel mondo dipende da quanto in fretta ritorno a respirare da solo. Un treno di emozioni mi attraversa, senza fermate. Sono forte, sono vivo. Inspiro ed espiro, ricomincio e sono un bambino. Non sento le voci. Le ho uccise insieme ai serpenti. E ho attraversato una fiamma altissima. «Oggi pomeriggio esci».
L’andamento della scrittura non è tanto il raccontare ma il vivere dentro gli elementi, dentro il cuore consumato di Tommaso, dentro le pagine come se il lettore fosse un elemento in più. Il libro non è un romanzo, appartiene invece al diario, come se ogni pagina fosse la pagina carpita della scrittrice ai suoi protagonisti.
Un esercizio per la vita, imparare a respirare.
Insieme all'invito ad uscire, ad andare a chiedere aiuto.
Maura Chiulli Nel nostro fuoco
Ippolita Luzzo
Iscriviti a:
Post (Atom)