martedì 18 febbraio 2014

svivere a Lamezia



Il natio borgo selvaggio

Alla maniera di, in un maniero mi ritirai.

Troppo selvaggio fu il vivere qui.

Tenni aperto il ponte solo per alcuni che avessero in mano un libro, un film, una musica, colori e politica, passione politica.

Solo per chi non era di qui

Per tanti anni ignorai le tribù, mi appartai nel mio mondo, non ascoltando che danze lontane, non vedendo che intorno tutto era solo un borgo selvaggio.

Continuo a vivere nel mio maniero, con ordini perentori.

Quel ponte deve cadere giù solo e sempre più raramente, una selezione spietata.

Tutto a posto?

Certo è tutto a posto, miei cari concittadini,
tutto a posto e niente è in ordine.

Leopardi si illuse che fosse il suo borgo ad esser selvaggio, si illuse che fuori fosse migliore.
Io non ho questa illusione.

Io scelgo ogni persona, io scelgo per sintonia, per comune sentire, scelgo chi far entrare in Litweb.

Scelgo felice di essere al mondo che steccati non ha, dopo aver alzato il ponte.
Perché solo se ho chiuso a chi vorrebbe rinchiudermi allora  posso essere libero.

Per tutti è così

Alziamo convinti un bellissimo Alt agli esseri inutili, ai cattivi e gelosi, a chi vorrebbe il possesso di una mente libera, a chi vorrebbe sbirciare dentro per trovare chissà che cosa.

Fuggiamo felici dal nostro borgo e andiamo fuori, fuori davvero, ci accorgeremo che siamo in tanti a voler vivere diversamente.

Ci accorgeremo quanto sia facile ignorar selvaggi e nativi locali.

Siamo pur sempre cittadini di un regno senza confini e senza danari, il regno della fantasia.

Leopardi avrebbe approvato

Sempre caro mi fu quell'ermo colle

Vivere senza eppur viverci dentro

Non ho bisogno di fuggire lontano

Io a Lamezia non sono mai stata


Nessun commento: