venerdì 24 febbraio 2017

L'ideologia della possibilità. Domenico Dara

La possibilità è un attimo.

Un centimetro fra la vita e la morte, un minimo scarto fa di un avvenimento quel punto di non ritorno. 
Siamo al Liceo Campanella, Domenico Dara, ospite del Dirigente Giovanni Martello e delle docenti Michela Cimmino e Licia Di Salvo, dialoga con gli alunni che a turno fanno domande sul testo e sulla scrittura.
Una allieva, Nadia Mahboub, legge "Come nuvole, sospesi" e
restiamo sospesi fra il Dizionario delle similitudini che Domenico Dara avrebbe voluto scrivere e le tante similitudini come sospensioni presenti negli Appunti di Meccanica Celeste.
L'aria profuma di rosmarino, sul tavolo molto rosmarino sta poggiato a ricreare la scena dell'attesa, il momento in cui si avvertirà anche il profumo del trifoglio e l'angelo custode sarà accanto a ciascuno di noi per quel sostegno in cui non speravamo più.
Il mondo dell'astronomia e il mondo degli angeli si unisce ed il lettore può identificarsi in uno dei personaggi cercando quella somiglianza in un fare consolatorio che è il compito della lettura. 
Se è successo ad un altro può succedere anche a me par che dicano i lettori, insieme allo scrittore, in quella possibilità su un milione che diventa miracolo il farsi.

Andrea lo sollecita sul tempo storico in cui è ambientato il romanzo e Domenico colloca il suo racconto in un tempo mitico, nel tempo del Telos,  il tempo delle finalità comunitarie, e non di Chronos, il tempo cronologico di successione di eventi. 
Simone chiede come mai Girifalco e Domenico racconta di un luogo che appartiene alla sua infanzia, ogni luogo ci appartiene, ogni luogo viene vissuto nel tempo in cui vi fummo. 

Tantissime le domande sulla scrittura e nel rispondere l'autore confessa che la scrittura è un atto anti naturale che serve a ricomporre la sensazione di una mancanza. Come nel Breve Trattato delle Coincidenze il postino rammenda i buchi nel calzino, la scrittura rammenda i buchi, le mancanze, le scortesie che si ricevono, diventando strumento di giustizia.
Sì è scrittori con la vista, con gli occhi, si vede prima ogni particolare e si annota nella nostra agenda, e tutto un farsi sta nelle tante agende che si portano dietro per consultarsi.
C'è quel generale senso d'incompletezza che ognuno si porta dietro, risponde ancora ad una domanda sui desideri, c'è in tutti una inadeguatezza nel momento, un cosa ci manca? ed il privilegio dello scrittore è di crearsi un luogo possibile. Un luogo dove la possibilità intercetta quello scarto, l'attimo. 
Ci mostra ora la sua agenda fitta di appunti, di ritagli di giornali, in essa sta il terzo libro, in una immaginaria trilogia sul tema della mancanza, del riparare, in una accumulazione che presuppone la scelta futura. 

Nella consapevolezza dell'inconsapevolezza, di ciò che servirà e di ciò che non servirà alla costruzione del terzo libro già nato in agenda. Nel senso latino, nel fare.
Una Possibilità. 

Ippolita Luzzo  

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