domenica 19 febbraio 2017

Al MAON la mostra di Antonio Pujia Veneziano

Continua al MAON di Rende la mostra di Antonio Pujia Veneziano, curata da Tonino Sicoli e Andrea Romoli Barberini: Purezza dei Segni.

Il museo si trova nel centro storico di Rende, accanto al museo civico, un ponte, opera di Giuseppe Gallo, collega i due palazzi.
La giornata è luminosa, il paese silenzioso, stamattina ci saranno visitatori amatissimi. L'artista ha preferito dare alla mostra un taglio intimo e dopo l'inaugurazione è ritornato spesso per seguire personalmente i visitatori che si erano prenotati. Mercoledì ci saranno rappresentanti dell'Università della Libera Età di Cosenza e giovedì il Club UNESCO.
Stamattina sarà presente Antonio Lampasi  il Sindaco di Monterosso, paese d'origine di Antonio Pujia, e la  giornalista Maria Novella Imeneo, venuti per sincero interesse verso la produzione artistica e con l'intento di proseguire insieme la ricerca fatta dall'artista. Intervistano infatti Antonio e fanno video, dopo essersi soffermati su ogni opera. 

Arriva Orazio Garofalo, videoartista, suo il filmato all'ingresso del museo.
Col titolo Naturale/naturale possiamo trovarlo a questo indirizzo https://vimeo.com/195162546 
Fra le altre visite graditissime e informali ci raggiungono amici cari: Massimo Celani, già curatore di altre mostre dell'artista, accompagnato da gioiose presenze. 
Paziente e disponibile il responsabile del museo, Livio Sottile, si trattiene oltre l'ora di chiusura. Un caro ringraziamento a lui.  
Purezza dei segni.
Antonio Pujia Veneziano si sofferma su ogni opera, su ogni dettaglio. Opere su tela, opere su tavola, oppure su un semplice strofinaccio. Tele piegate, ripiegate, ancora una volta, fino a farne un quadrato, un rettangolo, a triangoli, e poi colorate da una sola parte, man mano rivelate, nel gesto del riaprire, del dispiegare come uno svelamento quel che prima si era ripiegato. In quel gesto sta tutto l'atteggiamento della nostra vita, nell'incontro con l'altro, che si chiama tolleranza, nel gesto della pazienza, dell'attendere, nel rivelamento sulla tela di spazi vuoti che permettono il movimento del dialogo fra ciò che diciamo e ciò che ascoltiamo, fra ciò che riusciamo a comprendere di un altro quando lui ci parla. La pittura è il tuo volere, mi sta dicendo Antonio, la spiegazione è, nel gesto dell'aprire la tela, la presentazione.
Qualcuno cita Panofskj "Nel saggio La prospettiva come forma simbolica, Erwin Panofsky dimostra come ogni epoca culturale abbia sviluppato un proprio modo di rappresentare lo spazio, che può essere inteso come la ‘forma simbolica’ di quella cultura." mentre Antonio mostra il dialogo interiore alla ricerca della verità, dell'essenza che può essere il vuoto. 
Il suo operare su tela, tavola e ceramica è un ragionamento logico sul caos primordiale che immaginiamo caos ed invece è un insieme di regole, di linee, di un ordine universale che va dal più piccolo organismo naturale al più grande. 
Come Leonardo da Vinci era affascinato dal disegno geometrico dell'universo, della natura, delle forme delle nuvole, della misura di tutte le cose, così Antonio viene rapito dai fenomeni naturali come appartenenti al dialogo interiore del suo pensiero.
Una natura disciplinata eppure onirica, somigliante alle nostre sinapsi, un dentro e fuori che ci appartiene.
Sembra un acquario il Partenone, sembra un luogo immaginario il Golfo di Sant'Eufemia, poggiato con spilli dalle teste di perle, quasi il color perlaceo della purezza, della fantasia regolata da una logica ferma. Un movimento che genera energia con in mano i libri di Sant'Agostino, sul chiedere sempre, un interrogarsi su ciò che è buono e ciò che non lo è, sul vento Ostro che soffia da sud e la rabbia, la protesta, diventano sbuffi di blu, di immediata compostezza dopo la necessità dell'imperio. 
Caos e regola, la verità spirituale solo sul sentimento, l'arte è una preghiera, aggiunge Orazio, questa tela ricorda la Sacra Sindone, osserva Massimo Celani,"per evocare, per antifrasi, gli avvolti di Cesare Berlingeri" Pure auspicando una mostra parallela sullo svolgimento.

Siamo ora davanti alla Teoria delle catastrofi e Antonio spiega come ha ottenuto il colore ferroso, cuocendo la terracotta e  togliendo l'ossigeno alla fiamma, in cottura riducente.Ottenendo una trasformazione chimica. 
Ripeto quasi come un mantra: Le regole che dal caos nacquero. L'ordine matematico del nascere nella natura di ogni più piccolo essere vivente. Il discorso interiore con l'a priori di idee innate e spiegate solo dopo. Il piegare e ripiegare per permettere il gesto dello svelamento nel dialogo con l'altro basato sulla tolleranza. Il senso del colore, delle parole, dello spazio geometrico di quadrati, rettangoli, triangoli. 
Nella creta che si foggia e si modifica sfuggendo al limite della forma:Purezza dei segni

Ippolita Luzzo        

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