sabato 25 febbraio 2017

Gli insetti di Caterina Luciano

La X delle lucciole
Siamo tutta luce 


Noi siamo tutta luce
Il mantra dei nostri giorni difficili.
Siamo tutta ombra.
Insieme
Senza ombra niente luce
Così fra ignorare e non guardare
fra silenzi e lontananze
appaiono nuove lucciole.
Le lucciole della comprensione


Gli insetti
Carta vetro francese per poter inglobare le particelle del pigmento
Scaccia mostri delle crisalidi, intitola questa carta del settembre 2014 Caterina Luciano inventando per me il personaggio alato che vedete in mantello coccinella pronta a combattere e a far linguaccia ai mostri.

Ma i mostri sono le zanzare? Quindi le scaccio affinché non attacchino le crisalidi? Chiedo a Caterina
e lei mi risponde:- Certo, sono succhiatori o succhiatrici di sangue  di tutti gli esseri viventi. Il tuo ruolo è di trovare e aiutare le crisalidi, per me erano artisti  di vario genere: scrittori, pittori, crisalidi che diventeranno farfalle grazie a te.-
Beh, faccio io, grazie della stima. Evviva Evviva, certo che vorrei fosse così, ma non esageriamo sui miei compiti. Gli artisti sono già grandi artisti ed io mi limito a dirlo al mondo della Litweb con un megafono, con lo stile e nel regno che ci ospita.
Queste le carte di Caterina Luciano arrivate a Lamezia nel settembre 2014 ed in mostra nella galleria Be Cause. Lette da me.
Dal piede che schiaccia l'insetto, passando per tutte le modificazioni che riti sociali ed educazione hanno elaborato per piagare coscienze e costruito ordine, alla confusione incredibile di un tempo senza apparenti regole e confini.
Un periodo cieco, con occhi di bimbi chiusi, un momento storico di maschere, apparenza e sostanze piramidali, appartenenti a pochissimi.
Il restringimento di beni comuni, la predazione, il nuovo ordine mondiale basato sulla sottrazione, con l'abbuffata di fotografie vuote, di stimoli basici su corpi putrefatti e terribilmente siliconati.
Il nulla dell'offerta, come uno sciame che acceca, come cavallette che divorano e zampettano sui raccolti distruggendo affetti, desideri, sacrificio, parentele, come acari, zecche, vermi e sanguisughe, bevono sangue fino a schiattare, così il nostro momento ora.
E se non puoi la vita che desideri...
Mettila su carta, Trasformala, elabora simboli, e diventa profeta di un tempo nuovo. La rinascita
Dalla sapienza del Siamo tutta luce la spes unica dea, dalla Sapienza
a noi, a Caterina Luciano, alla sua semplicità, alla sua umiltà, al grande lavorio e impegno di denuncia verso tutti gli irresponsabili e invertebrati ‪ che vivono tra noi.‬

I Corazza - ti
Ignoriamo la vita degli insetti e li schiacciamo. Beata ignoranza che disprezza e schiaccia proprio perché ignora. 

Stonehenge bacata
Ignoriamo e addomestichiamo, mutandone le caratteristiche, impedendo l'evoluzione. Il baco da seta non volerà più, non sa. L'addomesticamento che ci fa tutti bozzoli. Incapaci di essere quello che avremmo potuto se non fossimo stati allevati sulle foglie del gelso.  Mangiamo foglie di gelso senza interruzione, con dormita inclusa. Le dormite del bozzolo sono in corrispondenza  delle quattro mute. Le nostre età, dall'infanzia  all'età adulta. In età adulta il  corpo del baco si avvolge nel bozzolo e verrà bollito prima di volare. Non volerà mai più. Non sappiamo più volare.

Tappeti volanti

Crediamo di non saper volare  e diamo il compito ai tappeti volanti
Insetti che portano in volo carta, tappeti volanti concupiti, oltre il valore, il potere del soldo.

La migratrice con pelo
Migrando migrando di volo in volo di luogo in luogo cercando un altro Egitto. Quello che non siamo più, rimasti bombi per l’eternità.  
Scarabeo=rinascita
Credit Suisse La società Lo sciame umano
Una carta di Credito pagare non può, rinascita è se vai via, se ti allontani.  Lo scarabeo mangia la cacca fatta a palline. Tutto il letame che devi mangiare per rinascere. Dal Lametame.it

V come Vittoria
Vendetta il ragno aspetta, prepara la tela, la rete. Odio la parola rete, dove tutto s'impiglia. Dal ragno che aspetta, immobile, a tutti impigliati, gli insetti, nell'immaginario della rete solidale. 
Vendetta non è vittoria. Succhiare il corpo dell’insetto per nutrirsene dopo averlo distrutto, annichilito, predigerito, nutrirsi di te, di un altro, di chiunque arrivi su quella rete, non è vittoria. Nessun premio avrà il ragno nelle mani. Se  Epimeteo non gli affida il vaso.

Sfida
=El Greco Modigliani  Facciamo e rifacciamo gli stessi copioni, gli stessi gesti, sul nostro terreno di riferimento. Se poi sembra sempre tutto diverso è perché abbiamo la meraviglia di infinite forme, sfumature, dettagli, abbiamo la nostra personalissima unicità che ci rende diversi nell'universalità

Lo sposalizio
Le mantidi. Dal rito alla rete. Si creano i riti per soggiacere alla rete. In natura, cannibali dopo incontro. Nella fattispecie.
L’invenzione più innaturale del nostro secolo
è stata la famiglia monocellulare
costringere un uomo e una donna a coabitare da soli sotto lo stesso tetto
in una stessa stanza
detta stanza matrimoniale, impropriamente. 
Costringere due esseri diversissimi ad occuparsi, vita natural durante, di una prole 
sempre più ridotta all’unità, unico e solo prodotto di un connubio, beh a volte due, a volte tre.
Ma anche se il prodotto viene moltiplicato per tre, il risultato rimane innaturale.
Una prole perpetuamente infantile, abbeverata e spupazzata fino a trenta anni, mangiata e spolpata,
nutrimento di due adulti carogne che amano tanto i figli, i figli dei figli, i figli dei figli dei figli.
Visto che poi campano cento anni.
Il nostro secolo è un secolo sperimentale.
Così sperimentiamo la convivenza fra due individui che nulla hanno in comune se non la diversità
Così elaboriamo comportamenti e tradimenti per sopravvivere ad un inferno
L’uomo ricorre alla bugia, mentire sempre anche il fatto più chiaro, 
la donna ricorre al sotterfugio, nascondere sempre, tacere, aspettare, tessere la tela… del ragno, però,
per fare impigliare il mentitore.
L’uomo si assenta, riprende fiato, ad un campo sportivo, al bar con gli amici, guardando e sognando altri corpi di donne
La donna si trucca, va dal parrucchiere, fa shopping selvaggio, spettegola e mangia per poi desolata fare dieta.
La donna  cura il suo nido d’amore, con fiori, con tende, profumi e balocchi
L’uomo con quadri, televisori, computer,  sigari puzzolenti e cenere sparsa su ogni divano.
La donna vorrebbe essere guardata, la pettinatura, il nuovo rossetto, il modello alla moda, la sua borsetta.
L’uomo nemmeno s’accorge se quella bipede ha un naso, una bocca, un incarnato perfetto, intento, lui, allo schermo bianco a seguire Travaglio, il fatto strano, un telegiornale.  
Certo poi lui fa erotiche elucubrazioni, ma riguardano pezzi, pezzi di donne 
Ed anche le donne elucubrano tanto, ma fanno sogni di sesso  con sconosciuti personaggi 
che  le ameranno perdutamente, per tutta la vita, per un solo momento.
Almeno è questa la grande illusione.
E su una illusione si sono gettate le basi per un vivere male, infelici, scontenti, separati e perdenti 
In una condizione che è solo virtuale, quella del vivere insieme  
in un matrimonio che proprio non c’è 
che nella storia di tutti i tempi non è mai 
mai
mai 
altrimenti dove sarebbe la novità? 

Muse
Caparezza, Conte e lo sai che i papaveri sono alti alti alti e tu sei una cretina che cosa ci vuoi fare? La musica che abbiamo nella testa. Fuori dal tunnel è tutta vuota la città. Città vuota. Il prato delle note

Ortotteri al salto

Giornalisti e blogger. Uno, due, Tre. Salto! Al comando 

La strada per la piccola bottega degli orrori
Io non so guidare. Non solo. Mi perdo. Agli incroci. Ai bivi e quadrivi. Dario Fo. Facciamo finta che tutta va bene nel mondo storpiato ed irriso, sminuito e denudato, dove il re è nudo e nessuno lo dice. Solo il giullare, fra il serio e faceto. Fa orrore un giullare?

Onda continua (Afidi)
Succhiare il nettare dai fiori, dalle foglie, dai tronchi, nutrirsi di flora e di fauna, Onda Continua finché si può. Afidi siamo. Succhiamo succhiamo dal biberon di madre natura
  
Il sogno del Masai (pianta acquatica)
Una immagine che tutti noi, del secolo scorso, abbiamo. Nelle nostre case, nei vasi, nei salotti, all'ingresso, queste. Simbolo lontano. Su un mondo taciuto. Si taceva e se non si dicono le cose non possono far male, fa dire Fabio Mollo, alla nonna, nel suo Il Sud è niente.  Così niente si sapeva di infibulazioni varie dalle donne masai alle nostre infibulazioni quotidiane.

La Nouvelle vague, toujours Truffaut

La curiosità di Truffaut- Gli occhi di noi. Bambini
Mi piace molto Roché, rimasto per tutta la vita un dilettante, come me, perché alla propria opera ha sempre preferito quella degli altri, ed ha fatto uno strano mestiere. Il curioso di professione.
Roché ha scritto Jules e Jim il film del regista Truffaut
Io scrivo sulle carte di Caterina Luciano! C’est la difference!

Incontri  Obama

La ubris, la supponenza e la tracotanza dall'ultimo verme della terra a te che mi sei vicino. Insetto.
La sfida Porporina (papa)
Dal Sacro al profano 
Calder
Surrealista. La zattera della sapienza galleggia sui simboli per leggere ancora gli incastri, gli strati, le faglie del vivere. Fra insetti che volano, strisciano e camminano sulla carta stampata e sul digitale, sul reale e virtuale di una srealtà. Non schiacci più se conoscere vuoi. Siamo tutta luce


Dalla surrealtà alla srealtà – una comunità mandata fuori strada
Fra fossi e valloni
Le discese ardite e le risalite, su nel cielo aperto,
 e poi giù il deserto
una comune di popoli, senza più strade da percorrere, senza più cieli sopra noi, 
e la legge  morale di Kant  non è più il cielo stellato
perché noi siamo fuori strada,
mille tir ci hanno affiancato, costretti ad una manovra pericolosa, ci siamo messi ai bordi 
ma anche lì sono ripassati come bolidi  Bmw Mercedes Ferrari una formula uno rumorosissima e i decibel sono aumentati 
Sempre più frastornati, nella srealtà, usciamo timorosi dalle nostre autovetture ammaccate, con in mano una mappa sgualcita, ingiallita, con in mano una Lonely planet, con in mano antichi sentieri che non esistono più.

Così vorrebbero farci credere quelli del soccorso stradale, ai quali noi ci rivolgiamo, per essere caricati e riportati sulla strada maestra.
-Ma dove siete? –Ci chiedono-
Nessuna mappa satellitare riesce a scorgervi, nessun collegamento, neppure un wireless
Ma dove siete?- continuano a chiederci.
Noi, intanto, camminiamo doloranti e zoppicanti, tenendoci stretta ogni tanto la fronte, toccandoci per essere sicuri di essere vivi, di avere ancora un solo sentire
Alziamo lo sguardo sul nostro cammino ed ancora una volta ripensiamo a chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo 
E nel domandarci domande eterne, camminiamo e speriamo che quella srealtà, dove siamo finiti, possa essere per tutti più bella e più giusta di tutte le altre realtà che finora la sorte ci ha squadernato.
La sopravvivenza, il nostro istinto ci guida animale verso la tana, verso caverne e cimiteri, verso i Sepolcri  di Foscolo ancora
Dal dì che nozze, tribunali ed are…con la pietà e con le idee , con tutta la nostra filosofia 

Vera unica e sola  certezza che sia
Dal dí che nozze e tribunali ed are
diero alle umane belve esser pietose
di se stesse e d’ altrui, 
dal dì che nozze tribunali ed are
sempre le idee ci hanno guidato
sempre le idee son stati un farsi 
di comunità
sempre l'idea 
unica e sola 
di avere bisogno uno degli altri,
anche nella srealtà ... fuori strada
Ippolita Luzzo 

Caterina Luciano: Artista piemontese, espone e sperimenta da oltre 20 anni in giro per il mondo. Essenziali i segni biografici: ha abitato a Torino per gran parte della sua esistenza, ora si è spostata in val di Susa. Ricchissima la sua attività espositiva. Di due anni fa la partecipazione alla 54^ esposizione internazionale d’arte biennale di Venezia – Padiglione Italia, Sala Nervi, a cura di Vittorio Sgarbi, con le sacre famiglie che oggi sono esposte all’interno della Torre di Sant’Ambrogio di Torino, nella personale dal titolo “sacre e altre famiglie”.

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