Centro Culturale La Camera VerdeDirettore: Giovanni Andrea Semerano via Miani Roma Giovedì 26, Venerdì 27, Sabato 28 novembre 201519.00/20.30
Monologo di Palinuro di Fabio Giovinazzo 2015
Mentre io farò relazione a Lamezia su "Digesto" e dirò più o meno quello che riporto qui, Massimo Sannelli sarà voce e autore nel Monologo di Palinuro a Roma.
"Dalle Nuove Prose"
Tutte queste cose non finiscono più e ora si capiscono: perché dopo i 40 anni si capisce meglio l’*uso della diversità*.
"Chi gioca non ha bisogno del giocattolo, ma di un atteggiamento. Gioca chi sa giocare, come sempre" dice Massimo Sannelli "
Da un articolo suo su Trentino Libero "Le mani volano qui sopra, sui tasti, come se fosse una cosa seria (divertirsi sì, ma giocare no, perché siamo adulti) (e un artista non gioca mai, veramente) (e io non gioco mai, veramente, neanche quando faccio la scena del prete e delle suore con le allieve, o la scena scema in cui io abito in via Di Sviluppo, e tu? "io abito in via Col Vento", e una vive in piazza Pulita e l'altra in via Vai, e io credo che andrò in via Di Qui). Dunque: ho fatto un corso a Milano, e quando lavoro con le donne lavoro bene.
Capite che io esagero, dico mille per dire cento, e cento per dire uno, e quando dico UNA cosa non dico niente. Così sono qui, non retoricamente, per insegnare. Sono dove sta lo specchio, che aiuta il santo narcisismo; e dove manca lo specchio c'è Narciso – e il Fauno – e Narciso sa guardare perché sa guardarsi, e il Fauno sa come fare.
Poi sto facendo un film nuovo, da attore. Un altro l'ho scritto. Il suo stilema è questo: se hai paura della storia, perché ti fai vedere? Ma io non ho paura della storia. Proprio della storia dovrei aver paura? E per questo mi faccio vedere."
e nell'articolo di Fabio Zinelli in Semicerchio su Massimo Sannelli, Scuola di poesia, Montecassiano (MC), Vydia editore, 2011
"Spesso invece la chiarezza ricercata è ambigua: «Infatti la chiarezza non è chiara. La chiarezza è un risultato, non uno stato. Per molti di noi la chiarezza è solo una catena volontaria», e vale dunque per Sannelli quanto è detto qui di Pasolini: «La tendenza stilistica di Pasolini è questa: sintassi e lessico comuni e comprensibili, significato allusivo e oscuro».
«ho scritto abbozzi e appunti per spettacoli che NON VOGLIO né dominare né dirigere». Viene inoltre anche da pensare che la poesia in versi possa essere considerata eccesso di stile, forse anche violenza, e che per questo possa mettersi da parte: «la poesia esiste. la poesia può toccare molti. si vanta e si gonfia [a differenza della carità], e spezza il silenzio»
E la prosa è una prosa vocale, che può scandirsi con le pause ‘respirate’ della poesia: «Ora pensiamo che ci sia un corpo. Immaginiamolo vivo. Poiché è vivo, è attraversato da aria che entra ed esce. Il corpo ha cavità e risuonatori: dunque è uno strumento. La voce è aria intonata, dall’interno – il ventre – del corpo; esce dalla bocca, che mangia il cibo e prega e bacia e fa godere [è sempre la stessa bocca]». Forse vale per la poesia quello che è detto valere del desiderio: «e anche il sesso è morto. / o meglio: il sesso è diventato informe: è ciò di cui si parla – in assenza o per eccesso di desiderio. Intanto il desiderio si spreca». Verrebbe quasi da interpretarsi come affermazione per cui la prosa non possiede il corpo sessuato del testo, è invece lo spazio metrico fecondo di Amelia Rosselli (vero orizzonte tutelare del lavoro di Sannelli), quel terreno fertile in cui le forme poetiche e ritmiche nascono e si sciolgono come in una terra che le nutre, come scriveva Walter Benjamin (Il concetto di critica nel romanticismo tedesco), ad autocommento dell’assioma che potrebbe ben figurare anche ad epigrafe di questo libro di Sannelli: «L’idea della poesia è la prosa»
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