giovedì 6 novembre 2014

Le vite degli altri- da Bodei a me



Natale 2010
Le vite degli altri.

Il film narra la vicenda di un uomo che monitora, segue, spia, ascolta la vita di un altro, per lavoro ed inavvertitamente la sua vita, il suo modo di pensare, cambia impercettibilmente. L’uomo spiato avrà salva la vita dalla sua spia, l’uomo che spia vedrà, per una omissione, la sua carriera  stroncata.
Il bene trova sempre vie imperscrutabili per affermarsi.
Il bene, la coscienza di non aver infamato un uomo giusto, credo che avranno reso la spia fiera e orgogliosa di essere uomo. Lo credo. Non si può stare accanto al bene senza esserne un po' presi, bisogna essere proprio dei malvagi. 
Dal film alla vita.
Le vite degli  altri ci scorrono davanti senza spessore, non tridimensionali, piatte, omologate.
Le vite degli altri come nel film, palpitano e soffrono, con affetti, con sentimenti, hanno cultura, lettura, silenzio e musica. Gli altri, nelle loro case, dipingono, che bei colori che imprimono sulla tela! Fiori, paesaggi, volti, dipingono a loro volta sensazioni degli altri. Se ci fermiamo a cogliere uno sguardo, se ascoltiamo una parola, se vediamo un gesto, percepiamo una intensità oltre il frasario quotidiano. Le vite degli altri vengono nei salotti  eleganti, pettinati, sorridenti, la padrona di casa affabile, accogliente, poi ti siedi, leggi, con un’emozione mai provata, e le guardi, quelle vite, mentre loro guardano la tua. Bellissimo e pericoloso può essere tutto ciò, perché nel duplice sguardo puoi invece di comprendere giudicare, oppure puoi gratificarti di una umana consapevolezza dello stesso destino.
E’ la trasformazione. E’ bastato un commento, una parola, e la riflessione nasce da sola e ti ritrovi a pensare che tutto non è come sembra, che inaspettatamente basta girare il libro e un altro racconto era lì e tu avevi cercato tanto proprio quello, quello che era  il suo risvolto. La vita dell'altro, degli altri.



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