domenica 21 settembre 2014

Tenacia Calabra- Stefano Zenni a Lamezia Terme



Tenacia calabra

Così inizia a dire Stefano, rivolgendosi affettuoso al suo amico Tommaso Colloca che tanto e per tanto tempo lo aveva  invitato fin qui per fare una lezione. Marcello Nicotera, presidente dell’associazione  è emozionato.
Libreria Tavella. Serata con John Coltrane. A love supreme.

Iniziativa dell'associazione Suoni del Sud Lamezia. Stasera bella serata.
Io sono una dilettante in tutto, non conosco assolutamente nulla, se non avvertire una elettricità nell’aria e restare in ascolto di ogni parola di Stefano Zenni, musicologo e docente presso i conservatori di Bologna, Firenze e Pescara.  Un uomo che ha la bravura di semplificare concetti e conoscenze e innalzare il tono della spiegazione esattamente come faceva Coltrane nella musica.
Non conoscevo Coltrane, stasera Stefano lo ha reso amico caro a tutti, a chi si bea di ascoltarlo nota per nota, tre note, ripetute, a chi lo ama da sempre, a chi come me niente sa.
1964- La voracia di Coltrane. Il termine Voracia mi piace moltissimo, lo appunto.
 Dai trenta ai quaranta Dal 61 al 63 Coltrane ricomincia a scrivere, dopo un periodo in cui ha  suonato pezzi altrui,  pezzi suoi. Ricomincia da tre? Come Troisi. Tre note.  Quando altri alla sua età sono già grandi lui deve ancora iniziare. Abbiamo sempre speranza di iniziare, se un talento esiste. After the rain composta nella confusione di un club di Filadelfia
“Crescent” bellissimo , concept album, una storia da raccontare, gemello di A Love Supreme
Dalla musica alla filosofia, ognuno prende appunti su ciò che riconosce suo patrimonio di studi.
Io scrivo sulla impaginazione narrativa di Coltrane, sul suo voler raccontare una storia, la storia che tutti percorriamo su un binario ben strutturato, sulla strada che abbia una direzione
Non importa quante variazioni possiamo o lui può  dare al cammino, all’ascolto, resta fermo il principio, la direzione che abbiamo preso.
Nella vita di tutti noi, dice Flaiano, abbiamo due o tre giorni da ricordare, tutti gli altri  servono a far volume. Tre note, dice Coltrane, con Flaiano.
Pochi elementi e con questi creare una complessità. Tre note
Dalla cellula di base le molteplici razze umane, i pesci, gli uccelli, gli insetti, i suoni. un affascinante caleidoscopio ci fa vedere la molteplicità delle strutture.
L’ossessivo, io direi curioso, Coltrane, studia quel motivo che ha nella testa, che si porta dal tempo in cui suonava blues,
 abbiamo un riff che ripetiamo ossessivi.
 Tutti abbiamo un riff,  geghe geghe geghegè, Rita Pavone, 1965
e sul binario della nostra vita con Coltrane prendiamo una nota e la trasportiamo in un movimento centrifugo, vaghiamo con lui, come lui, verso il riposo finale, e lui, Coltrane che morirà giovane, affida la sua melodia  alla  spiritualità  immersa in noi in una crasi, una fusione fra corpo e anima, fra pensiero e azione, fra orgasmo e amore, fra piacere e dolore.
Un amore supremo, il principio e la fine, il fine è un salmo. Una preghiera da recitare nell’ebbrezza di esserci stati.
Grazie a Stefano Zenni
Muoino sempre giovani e restano sempre giovani, Coltrane e Troisi.
Vivono nei tantissimi altri che li portano con loro, che ne restano segnati. Come Carlos Santana 




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