Il segno del
destino- Bene- Carmine Torchia
Metto il CD
di Carmine e accendo il motore.
Dopo poco
inizio a dirmi che non vado, che torno a casa, che non so proprio dove andare,
che non ce la posso fare, che non mi va.
Le note di
Carmine sciolgono indecisione. Bene
“ Ma che ne
so! Ma che ne so!” sta cantando lui
Ed intanto
vado.
Al mare. Ad
alta voce, mettendo la musica al massimo, come i tamarri, come gli scemi
disturbatori, come chi non sente e non vuole sentire.
Bene
“Giorno dopo
giorno assumiamo l’aria delle foglie sopra i rami, e si può cadere per posarsi
sulle mani di chi sta passando senza avere neanche idea di trovarsi là per una
ragione”
Infatti
arrivo a mare, azzurro, prendo ombrellone azzurro, vado in acqua azzurra, incontro
in acqua piacevole conversazione, ci presentiamo, in acqua azzurra, con Adriana
e ridiamo, mentre arriva Luciana, tutta
azzurra, mi sembrò, con cappello, continuammo a conversare di Tiberio e di Sallustio,
ridendo.
“Ed arriva
il giorno che mutiamo in fogli libere, forti del ricordo che tutto è passato
ormai per tornare ad essere musica.”
Bene,
Carmine.
“ Ma che ne
so! Ma che ne so!”
Il segno del
destino possiamo raggirarlo, possiamo arginarlo con il piacere vero di esser
quel che siamo, fragili ed umani, curiosi e ridanciani, se amiamo fortemente e
noi amiamo fortemente sapere le cose che studiamo.
Se sappiamo
che vogliamo sapere qualcosa già sappiamo.
Bene
Sapienza ti
salverà, dal libro dei profeti.
“Dov’è finito
il mondo? Me lo chiedo mentre affondo…” mentre nuoti, vorrai dire.
Carmine. Correggi.
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