lunedì 28 aprile 2014

InquinArte di Aracri- tredicesimo post di Aprile

 
Inquinarte Aracri
Lo scatto in più che imprime una immagine in mutazione. Mentre già se ne va. E mentre tutto si allontana i colori si dilatano e si sfocano, le figure si sovrappongono, il reale si dilata con tutto il languore di esser stato. Lo stato delle cose. Che non stanno eppur ci stanno con il muoversi mentre l'uomo fa un click per fermare, per prendere solo un attimo. E tutto un attimo diviene. Foto che scappano via da noi, offrendosi nella intimità di un racconto. Loro parlano con te. Parlano di te, parlano e tu sai che fai parte insieme a loro di quel click che un autoritratto fece. Se dico selfie, sarebbe come voler per forza avvicinare selfie senza nessun carattere con foto ignoranti imperfette irregolari ma con personalità
Dalla stazione di Lele, ultima foto scelta, scambio binari e viaggio continua con mezzi volanti. Su mongolfiere. Dall'alto il mare e il cielo si scambiano i posti, negli alberi due soli curiosi ci sono, due soli sul mare e nel doppio sfocato del vero e del falso tutto diventa una avventura. La nostra avventura in foreste fuggenti, mare schiumante di rabbia continua, una curva e uno Spappolamento. Basteranno gli ombrelli soli?
Un orologio vorrebbe parlare al viso dell'uomo che vorrebbe certezze. Vorrebbe dir che questa è l'ora. La ventunesima ora! Solo un film?
E mentre suoniamo musiche che dovrebbero lenire le paure, il ricordo, il niente che non vogliamo sentire, e mentre suoniamo felici e immemori se incontriamo uno sguardo vicino e fraterno dimentichiamo tutte le infanzie e riprendiamo a risalire nel vento nei venti fra alberi che anche loro invidiosi fuggono via al nostro passare
Sono storie bellissime
21 grammi è il peso ipotetico che perdono i corpi esalando l’ultimo respiro.
Il peso del fiato
Anima è


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