Non ho idea di chi abbia deciso che io avrei dovuto leggere e innamorarmi di queste Piccole Apocalissi, racconti brevi e suggestivi, omaggi ad altrettanti bravissimi scrittori del nostro tempo andato.
Fatto sta che da ieri io sto in fascinazione autentica ringraziando la mia buona stella o meglio dire il Regno della Litweb che mi permette queste meraviglie.
Certo avrei dovuto accorgermi prima di Livio Santoro, autore di racconti apparsi su riviste che io leggo e stimo moltissimo quali fucine di buona letteratura: Crapula Club, Achab, Flanerì, tanto per citarne alcune.
Avrei dovuto incontrarlo nella Classifica di Qualità dell'Indiscreto, Classifica dove vengono segnalate le più interessanti uscite dell'ultimo trimestre, e dove anche io faccio parte come giuria.
Non riesco a ricordare il momento ma ora che lui è qui ne sono felicissima.
Finito di stampare il 29 gennaio 2020 da Edicola Ediciones, casa editrice abruzzese, nata con l'intento di costruire un ponte di libri e cultura tra l'Italia e il Cile, questo lavoro di Livio Santoro vi sorprenderà malgrado ora la realtà ci abbia depistato e sconvolto tutti.
Pezzi, frammenti, bozzetti, apologhi, "Nelle vuote stanze" ci sono infinite cose, Livio ci invita a guardare nelle vuote stanze.
"Nelle vuote stanze ci sono infinite cose: esse spariscono quando apriamo la porta e profaniamo il silenzio con i nostri passi...Ma quando, di nuovo fuori, richiudiamo la serratura, ebbene lì dentro, nelle vuote stanze, quelle cose sono di nuovo infinite, di nuovo infinite"
Leggiamolo con trepidazione questo insieme di riflessioni, di immaginazione, di stupore fino ad "Epidemia" e guarderete stupefatti la mappa della città degli ultimi decenni, i puntini rossi sulla mappa per vedere la terribile evoluzione del morbo, ancora esistente nella fantasia dell'autore.
Ogni storia sembra rovesciata di senso, come nella "Stella cometa", ogni cosa vi sembrerà diversa dopo aver letto "L'ultima cena" e imparerete le parole del "L'Avanguardista"
Sono giochi di incastri letterari che forse ci ricordano altri giochi e ne godiamo proprio perché ne riconosciamo la fratellanza con una parte del fantastico letto durante l'adolescenza, e ci sentiamo anche noi come il giovanissimo Antonino di " Piccole Apocalissi", anche noi guarderemo nella polvere per vedere le stelle, nella luce filtrante tra le tende delle finestre.
Anche noi guarderemo dove vanno a finire le stelle, ammaliati.
Accumuleremo anche noi come "Lo speranzoso accumulatore"e conserveremo la trasparenza della lettura limpida e ringrazieremo l'autore di portarci un po' più in là, via dalla strettoia in cui dobbiamo stare mentre "Fuori" le nuvole e qualsiasi altro liquido compongono il nostro volto e parlano la nostra lingua.
Seguendo Livio sono arrivato a Peppe Millanta e mi piacerebbero si conoscessero nel Regno della Litweb, un luogo dove le nuvole sono solide basi su cui partire verso nuovi orizzonti.
Ippolita Luzzo
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