Hanno tutti famiglia a Lamezia, hanno tutti impegni e da fare.
La bella famiglia calabra composta da genitori, consuoceri, marito o moglie, figli, fidanzati delle figlie, fidanzate dei figli, nipoti, cugini, fratelli e sorelle.
Famiglie del sud.
Famiglie pronte ad accogliere nel grembo felice della tavolata festeggiante i vari momenti di una evoluzione.
Nascite, battesimo, crescita, comunione, cresima, saggio di fine anno, premi in qualche competizione sportiva, anniversari, compleanni, matrimoni, qualche viaggio, molti viaggi, promozioni, successi, la bella famiglia si incontra.
Hanno tutti famiglia a Lamezia, si allarga la cerchia, aggiungi un posto a tavola che c'è un amico in più.
Dal mio osservatorio ne sento l'eco flebile di tutto ciò, ne vedo la lontananza e l'irraggiungibilità di simile modello.
Però questo modello esiste e condanna chi non ha saputo cucirselo addosso ad un 41bis senza sconti di pena.
Guardo sconsolata la solitudine immensa di mia madre, lenita, per quel pochissimo, dalla mia presenza, da quella di mia sorella e poi lasciata nel desolato mondo del niente da una parentela disattenta.
Pochissime le eccezioni, rarissime le visite.
La dolcezza e saggezza di mia madre stemperano la voglia di sputare a quel rimasuglio di sembianza parentale attorniato da consuoceri, figli e nipoti, che noi non abbiamo saputo creare attorno a lei, nella desolazione inaudita di vivere in un luogo senza rapporti.
Davanti casa una scalinata porta alla Chiesa.
Guardiamo dal balcone ogni domenica salire e scendere matrimoni, battesimi e funerali, unico diversivo al 41bis lametino.
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