GianMaria Testa: Dentro la tasca ti porteremo.
Neri Marcorè un giorno al teatro Grandinetti ci raccontò cosa fosse la ricchezza, il portare nella tasca quella frase, quel verso, quella canzone facendola sua. Ed io mi portai a casa Neri Marcorè, quella poesia che recitò.
Anche stasera mi porto nella tasca la mia famiglia ideale: Nunzio Belcaro che legge la prefazione di Erri De Luca al libro di Gianmaria Testa " Da questa parte del mare", Elena Bitonte, conosciuta tramite parole scritte e abbracciata nel canto e nell'arte, Nicola Fiorita e le calabrotte, il cantante Sasà che non conoscevo e le canzoni di Gianmaria Testa.
Nunzio legge. Ci siamo conosciuti così, leggendo. Leggendo abbiamo fatto amicizia. Leggendo, scrive anche Erri De Luca, abbiamo forgiato la nostra vita che è la vita degli altri.
Siamo nelle tasche degli altri e gli altri sono nelle nostre tasche. Nessuno si salva da solo, sta scritto in Ti ho vista che ridevi, il libro del collettivo dei Lou Palanca, vero Nicola? e nessuno vive se non fa spazio agli altri nelle sue tasche.
Si parla stasera di modi. Elena, sta dicendo Sasà, nel ringraziare Elena Bitonte, l'organizzatrice della serata, è una donna a modo, una persona in grande imbarazzo lei, appena sente un elogio alla sua persona, un elogio sulla misura, che è suo carattere. Est modus in rebus. C'è una misura che si chiama attenzione e sensibilità.
Intanto guardo i piedi nudi di Sasà Calabrese camminare sul legno della Biblioteca Nobili, camminare e muoversi come altre due entità, in sintonia con la musica ed il testo che lui fa suo.
Sasà ci dice che sente tanto vicino Gianmaria, è come se ormai fossero sue quelle parole.
Ora canta" Al Mercato di Porta Palazzo"canzone ambientata al mercato di Torino, una canzone sul riconoscimento dello ius soli. Ognuno che nasce ha diritto ad una cittadinanza nel luogo dove nasce. Sembra semplice, vero? Eppure sembra terribilmente difficile e nel mercato di Porta Palazzo si dovrà difendere quel bambino dai gendarmi. La nascita di questa canzone porta nella tasca la composizione "Solo andata" di Erri De Luca, e quel mare che pullula di corpi cacciati dalle lore terre, un capitalismo bieco uccide ogni diritto, quello di appartenere alla propria terra, e la voglia di dirlo ancora. Dire ancora che gesti e passi abbiano dignità, e qui Sasà ci ricorda altra canzone, quella sui Seminatori di grano, che con gesto largo incedevano come se pregassero, una preghiera sul sacro che è in ognuno di noi, nel gesto e nel passo. Il passo e l'incanto a piedi nudi.
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