martedì 25 ottobre 2016

Briciole dai piccioni di Alessandro Turati

La Posta mi sorprende e mi viene consegnata durante Libriamoci,
manifestazione al Liceo Campanella, dove questo anno partecipo con Litweb Marchio Depositato.
Scollo il piego libro e strappo il secondo involucro di carta con impazienza.
Lo guardo incuriosita e appena a casa mi metto a leggere: Briciole dai Piccioni.
"Mi chiamo Alessio Valentino e ho trentaquattro anni e nella mia vita non ho mai consegnato il cappotto a un guardarobiere: sono povero e me lo tengo al braccio." 
"Non ho un lavoro ma ho ancora 900 euro dall'ultima liquidazione e quindi guardo la TV quanto mi pare."
"Con il perpetuarsi della crisi, arriverà il giorno in cui saranno i piccioni a darci le briciole."
"Ogni tanto leggo ancora un libro"
Mi sembra di risentire un mio amico geniale, che ragionava come il personaggio, e mi piace molto averlo incontrato nelle pagine del libro, dopo tanto tempo che non ho più sue notizie.
"Forse sono depresso"
"Dici?" 
"è una ipotesi"
"Sai cosa ti farebbe stare meglio? Fare volontariato, aiutare il prossimo. Occuparsi degli altri fa stare bene"
"Io li odio, gli altri"
"Perché?"
"Non lo so"
Sembrano i miei dialoghi con un lui, di qualche anno più grande del protagonista, e mi ritrovo a sorridere, a ridere di noi, del nostro essere così.
Leggo questo libro di Alessandro Turati al sole caldo di ottobre.
Mi lascio condurre nella storia scritta con ritmo. Frasi a volte corte, spiazzanti. Mi ritrovo a pensare che il protagonista sia affetto da problemi di percezione e mi insospettisco sul suo malessere. 
Cerco di trovare le prove. 
Vi interesserà leggerlo, io credo, e continuo la lettura al sole. 
Mi piace molto fare la madrina di esordi che arrivano in libreria e passano prima  da casa mia per aver un mio abbraccio, un augurio amicale. Mi piace quando posso scrivere che rileggerò ancora questa bella storia, scritta senza avverbi, evviva, senza frasi fatte, senza tortuosità, scritta in modo pulito, in un modo di cui vi innamorerete.
"Ho una coccinella sulla punta del naso. Incrocio gli occhi e mi sembra di vederla con il destro. Per vederla con l'occhio sinistro devo chiudere il destro. Il destro è l'occhio che comanda mentre il sinistro è di supporto. Detto questo, detto niente"
Io sono astigmatica da poco, ed essendo miope da sempre ora leggo alternando un occhio chiuso e l'altro aperto, però mi sento tanto quella coccinella che vuole leggere e non importa come, pur di leggere bei libri.
E vi innamorerete di questo racconto come io mi sono innamorata del ragazzo che, ricevuto per Natale in regalo il veliero, vorrebbe provarlo nel bagno, o almeno nella vasca da bagno e per tutta risposta vedrà il veliero chiuso in una teca. Il veliero diventerà intoccabile, come intoccabile sembra sia destinata ad essere ogni felicità.
Dall'egoismo smisurato degli adulti alla grande generosità dell'immaginazione che auguro sempre così scoppiettante all'autore di questo delizioso romanzo.  
Ippolita Luzzo
  



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