Scrivevo così sul mio profilo un anno fa e stamani facebook me lo ricorda. Lo rileggo, reputo valido quel mio pensiero e però bisognoso di essere salvato, integrato e conservato nel blog.
"Letteratura è un bel libro, un bel film, un testo teatrale e una canzone. Letteratura è fotografia, cucina, moda e idee sul mondo. Letteratura è la vita scritta in mail, lettere e raccomandate. Letteratura è un quadro, una statua, una terracotta. Letteratura è sport, ciclismo, calcio e pugilato. Sci d'acqua e sci di fondo, in fondo cosa credi? si scia nel verso e nella melodia. Unico letterario avvolge e svolge la trama di miliardi di racconti."
Letteratura è, conferma Massimo Onofri sulle pagine dell'Avvenire, ed insieme critica letteraria, fatta sui post di facebook, in un luogo adibito di solito al cazzeggio e al vaniloquio, alla vetrina e a vendite varie.
Letteratura è, confermo qui dalla Litweb.
Letteratura web, la chiamò Bruno Corino, vedendola sul nascere, come interazione di menti.
In una bella intervista di Lina Latelli, nel 2013, io già spiegai quel che ora viene alla luce " La Litweb (letteratura del web) nasce da un'idea del cosentino Bruno Corino, laureato in Filosofia, che volge tutta la sua attenzione al fenomeno dell'espansione della scrittura nei siti letterari sul web. I siti letterari sono luoghi nei quali ognuno può postare, cioè presentare i suoi scritti, comprensivi di poesie, racconti, articoli, ed altro, sui quali il lettore può lasciare un commento. La nuova forma di scrittura ha dato origine ad un moltiplicarsi di autori che, con blog, book, e con l'opportunità di stamparsi un libro da soli, ha dilatato la letteratura nel mondo. Ora scrivono tutti e la scuola, dando a tutti le abilità di base, avrebbe illuso chiunque di poter essere uno scrittore. Illusione amplificata dal web". Incuriosita da questo mondo letterario virtuale e avendo osservato il fenomeno sia all'esterno che all'interno, la professoressa Luzzo ha incominciato a porsi tante domande sia sul divario tra realtà e virtuale, sia sull' esigenza di scrivere per essere visibili con le proprie opere. "Questa letteratura è un diario a cielo aperto, a volte pregevole, a volte infarcito di errori grammaticali e contesti puerili. Ma chi nel virtuale deciderà se un testo è pregevole o no? E può essere un click in più o in meno su "mi piace" a sancire il successo ad un lavoro? Senza pensare che il click, a volte, è fatto soltanto con leggerezza o legato ad un futile narcisismo". Le pungenti domande non sono state accettate sempre dai fruitori dei siti infastiditi dalla richiesta di riflettere su ciò che viene scritto. "La scrittura non è semplice. Ha bisogno del " labor limae" , di un continuo arricchimento del lessico sempre nutrito da molte letture e tanto studio". La professoressa sul suo blog periodicamente riflette ed analizza i fenomeni del virtuale e quello dell'espansione del letterario. Bastano pochi lettori attenti affinché venga sempre il desiderio di parlare con l'altro. "Pier Paolo Pasolini negli "Scritti corsari" parlava solo con Gennariello, Manzoni si rivolgeva solo a 4 o 5 lettori, io mi rivolgo ai miei nick (anonimi) di cui rifiuto la non conoscenza perché anche i lettori del virtuale sono esseri umani e perciò hanno un nome e una propria identità. Il web, nonostante ancora non sia accolto favorevolmente da tutti, tuttavia offre l'opportunità di superare l'isolamento culturale, di intraprendere le relazioni senza confini tra le menti degli uomini e rendere concreto ciò che sembrerebbe impossibile."
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