Ho conosciuto Antonio Bux, in un social, che lui chiama Un Luogo Neutrale, fra i commenti ad altri libri lui mi era simpaticissimo. Mi ha mandato subito le sue poesie ed io, stronza, ho risposto:-Eh, No. Scriverò di Sannelli, è bravissimo-
Invece di mandarmi a quel paese, confermò che Sannelli molto bravo è conquistandomi. Da allora presi a leggere tutte le sue poesie ed i suoi post sorridendo oppure riflettendo e mi sono comprata Un Luogo Neutrale di Antonio con convinzione. Eccolo qui con me questo luogo, che nessun luogo neutrale è, caro Antonio, anche qui nella virtualità siamo sempre tali e quali alla realtà. Forse ancora più nudi.
Ti leggo dal mio "Limite Urbano" quando usciamo siamo costretti
e la casa che diventa ago, La dura terra è tutta la vita che hai, la via d'entrata/ è riconoscersi pietra... Scrivo i tuoi versi in corsivo ricordando la tua insistenza su facebook affinché vengano comprati i tuoi libri, affinché vengano comprati i libri dei poeti che meritano, come la goccia che scava la pietra tu, esattamente come diceva a me mio nonno quando volevo duecento lire per comprarmi un burattino di legno, il mio Pinocchio. Insistevamo certi delle nostre necessità come quel poeta Emilio Villa che scriveva con il becco sui sassi.
Come trappola usavamo/un libro smangiucchiato/di un certo Emilio Villa;/mio nonno diceva fosse/un poeta,e spesso ripeteva:/è uno di quelli già morti/ in vita,che scrivono sui sassi con il becco.
Il sasso ritorna da Sciascia a noi, non si può cavar sangue dalle pietre, eppure noi possiamo lanciarlo questo sasso
Pochi sanno come sia prossimo l'alto significato. guardare, non toccare, l'artificio del dubbio, e finalmente spegnersi sempre.
Le Tue parole sono migliori di te
Le tasche piene d'incoscienza, l'oro sono venuti a rubarti nelle tasche/
Sono venuti a rubarci il sereno, sono/ gli stessi che ti tendono la mano, a dirti/ ora nessuno si salva da solo, e a darti/ poi qualunque veleno, la stessa sostanza così/ simile all'oro, crescila in te più lontano dove/ è l'azzurro del cielo che ti apre la mano.
Leggere le poesie di Antonio Bux è salire una scaletta e poi guardare il mondo poetico dal piolo che ognuno di noi riesce a guadagnarsi. Il piolo della quotidianità, con la sua lavatrice dove con lui nel sogno nuotavamo, il piolo della logica di certi discorsi, il piolo delle stagioni, del vento e della neve che mutano a secondo di quello che sentiva l'orecchio.
Un dialogo fatto con geometrica continuità, con insistenza caparbia, per far ben intendere che poi non è facilità, non è comodità ma una spinta interiore che ti costringe a usare parole per dire che è molto tempo che non riesco più a vivere.
Con uno stile irriverente e suo, lui ci invoglia a sapere.
"Non resta che sapere. Scrivere poesie fa solitudine. Sapere che la solitudine col tempo diventa una mano e prende a schiaffi il silenzio e poi" Leggetelo. Ho volutamente messo in prosa i suoi versi che divagano nella metrica non seguendo nessun schema se non un periodare spezzato per sottolineare la sdrucciolevole strada del pensiero. Una strada segnata dai tanti sassolini che si uniranno per formare la via, la verità ed il verbo.
Con grande piacevolezza ed affetto auguro ad Antonio una occasione. Dall'autografo bianco
2 commenti:
Grazie Ippolita, bel regalo per compleanno Bux, che supera Cristo e si mette in scaletta per superare quanto meno John Lennon!
Una abraçada, alla catalana, con la crema caramellata come piace a noi
smacccckisssss
Bux
Ahah je t'aime moi non plus ahah poeticamente
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