Il dizionario del cinema western della casa editrice Electa classifica I cancelli del cielo tra i dieci capolavori del genere.
Eccomi qui, reduce da una domenica di inezia e di ritorno da un bellissimo bagno ritemprante, a parlar di cancellazioni, nei duplici aspetti del cancellante e del cancellato.
Ierisera accetto di fare passeggiata con amica. Sul lungomare incontriamo una sua amica e si parla di una terza persona che si è eclissata, quando prima era uso conviviale comune. Se ne analizzano le ragioni e una delle due, che è psicologa, fa:- Io cancello tutto, quando cancello una persona strappo tutto, persino l'agenda dove sta scritto il suo numero di telefono, tutto. Non deve restare traccia, perchè quando cancello cancello.-
La guardo interdetta e ancora ora non me ne faccio una ragione.
Chi è Lei che crede di poter cancellare un suo prossimo, anche se ha ricevuto uno sgarbo, una mancanza?
Quale potenza divina crede di possedere sentenziando che lei annulla l'altro con un colpo di penna, uno strappo?
Ricordo sempre le parole di Kant sull'agire in modo tale da considerare l'altro non già solo come un mezzo ma anche come fine. Non una cosa da cancellare.
Ricordo molti anni fa quando una mia conoscente disse ad amica comune di aver cancellato, non so perchè, un'altra e poi di averla contattata per chiederle un favore! Così va il mondo, non sai mai nella vita di chi tu o io possiamo aver bisogno, quindi nel dubbio e siccome non siamo infallibili e tantomeno onnipotenti relativizziamo i rapporti umani, ondivaghi e imperfetti. con umana comprensione.
I cancelli del cielo, il film di Michael Cimino, fu considerato un disastro inqualificabile, alla sua uscita, fu combattuto e cancellato, col tempo diventò un film cult.
Penso sempre questo delle tante cancellazioni e dei tanti cancellanti che cancellano con mano pesante orme e legami, fili sottili e iniziative, cancellano affetti, stima e onorabilità dell'altro, pensando così di esser più su.
Più su più su della cancellazione altrui ci sta il rancore e la rabbia del cancellante.
E meno male che la signora era una psicologa!
Eccomi qui, reduce da una domenica di inezia e di ritorno da un bellissimo bagno ritemprante, a parlar di cancellazioni, nei duplici aspetti del cancellante e del cancellato.
Ierisera accetto di fare passeggiata con amica. Sul lungomare incontriamo una sua amica e si parla di una terza persona che si è eclissata, quando prima era uso conviviale comune. Se ne analizzano le ragioni e una delle due, che è psicologa, fa:- Io cancello tutto, quando cancello una persona strappo tutto, persino l'agenda dove sta scritto il suo numero di telefono, tutto. Non deve restare traccia, perchè quando cancello cancello.-
La guardo interdetta e ancora ora non me ne faccio una ragione.
Chi è Lei che crede di poter cancellare un suo prossimo, anche se ha ricevuto uno sgarbo, una mancanza?
Quale potenza divina crede di possedere sentenziando che lei annulla l'altro con un colpo di penna, uno strappo?
Ricordo sempre le parole di Kant sull'agire in modo tale da considerare l'altro non già solo come un mezzo ma anche come fine. Non una cosa da cancellare.
Ricordo molti anni fa quando una mia conoscente disse ad amica comune di aver cancellato, non so perchè, un'altra e poi di averla contattata per chiederle un favore! Così va il mondo, non sai mai nella vita di chi tu o io possiamo aver bisogno, quindi nel dubbio e siccome non siamo infallibili e tantomeno onnipotenti relativizziamo i rapporti umani, ondivaghi e imperfetti. con umana comprensione.
I cancelli del cielo, il film di Michael Cimino, fu considerato un disastro inqualificabile, alla sua uscita, fu combattuto e cancellato, col tempo diventò un film cult.
Penso sempre questo delle tante cancellazioni e dei tanti cancellanti che cancellano con mano pesante orme e legami, fili sottili e iniziative, cancellano affetti, stima e onorabilità dell'altro, pensando così di esser più su.
Più su più su della cancellazione altrui ci sta il rancore e la rabbia del cancellante.
E meno male che la signora era una psicologa!
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