A Daniela Rabia- Naufragio
alla vita, Emily-
L’Emily Dickinson, che tu amerai, scrive lettere a Mister Higginson.
Scrive lettere al mondo che
non le risponderà mai.
Scrive compita, affettuosa e
sincera, credendo vero, credendo grande il suo interlocutore.
Lui è soltanto un uomo
comune, lei è la più grande poetessa americana.
Così sarà.
Usciamo stasera dalla visione
di un film insieme
-Spring Breakers – vacanza di
primavera, la tradizionale settimana di vacanza totale che hanno gli studenti
degli Stati Uniti in luoghi di mare come Miami.
Vacanza totale di sole, di
ballo e di sballo, di orge, di alcool, di niente.
Ne usciamo stanche e
dispiaciute che per alcuni la vita sia
fatta di male e di sempre, di nulla perfetto elevato a coscienza, di corpi
sciupati, una vita senza, eppure con cartamoneta sparsa e infilata in mutande,
in modo che sia soltanto una cosa, il corpo e il denaro.
“ tornando a casa, stavolta,
finalmente,
non ho respirato più
quell’odore di morte,
quel nulla invadente, non mi
ha più travolta.”
Un papavero-
hai scelto questa poesia per salire sul palco la sera del dodici Agosto, ed anche stasera uguale resta la tua e la nostra considerazione.
hai scelto questa poesia per salire sul palco la sera del dodici Agosto, ed anche stasera uguale resta la tua e la nostra considerazione.
Noi, manco morte, saremmo
andate in luoghi abitati da turbe impazzite ballanti e gridanti Osanna al
denaro, noi, manco morte, avremmo bevuto un sole bicchiere che non fosse di
acqua, noi, manco morte, avremmo preso in mano una pistola e sparato a qualcuno.
“Stiamo ferme sul ciglio
della strada,
la mia dolce amica ed io,
mute nel chiarore,
guardandoci fisse negli occhi,
e tenendoci stretta la mano,
nel loro ciarlare vano…”
Dalla nostra infanzia
rubarono entrambe un giardino, il tuo di mattonelle rosse scheggiate.
Ti “resta la visione di una
immagine fissa,
lucente, irriflessa nella
memoria che scorre”
Ed io, mostrandoti il luogo
del mio giardino sparito per una sala di matrimoni, rifaccio l’atto magico di
farlo apparire.
Noi siamo infanzia
“ Anime limpide e serene”
… salvatesi di una salvezza
che non conosceranno mai;
che è scampare la vera
tragedia del naufragio
…un divenire che diviene
certezza
Della sua scontatezza
indelebile.”
Dal Titanic ci siamo salvate
e ora?
Continueremo a restare
aggrappate alla zattera di fortuna, al relitto che galleggia nel mare nostro e
solo, oppure molleremo gli ormeggi ad ancore in secche e troveremo la brezza di
veleggiare?
Per ora lasciamo che sia lei
a volare per noi, la poesia, ancorandoci e liberandoci come un aquilone tenuto
per mano dai bambini all’uscita di scuola.
E’ primavera… e l’albatros
vola
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