Avevo scritto il 3 Aprile su questo delizioso racconto di Romano Fiocchi in un post su Facebook ma i post sui social sono facilmente reperibili mentre qui sul blog diventa un link da conservare in memoria e per questo lo riporto ben felice che in questo mese molte recensioni autorevoli si siano aggiunte alla mia entusiastica lettura ed il libro venga apprezzato da molti lettori.
Nella nostra responsabilità di consigliare e segnalare libri belli poi siamo felicissimi del consenso ricevuto.
Conoscevo La libreria del mondo offeso a Milano e la rivedo in piazza San Simpliciano nel 2019. La conoscevo tramite Facebook ma abitava anch’essa nel Regno della Litweb con tutte le altre librerie amate conosciute attraverso i miei amici. Ora la libreria non è più a Milano ma la ritroviamo in questo libro di Romano A. Fiocchi pubblicato da pochissimo tempo e già amatissimo qui in Litweb.
Dacché è giunto ho subito trascorso le ore in questa fiaba che fiaba non è ma ne conserva la melodia, ne conserva il piacere della ripetizione, ne conserva il tempo della fiaba. C’era una volta e il personaggio c’è ma al contatto con la realtà non c’è più. Dov’è? C’è però e ha una storia di veleni, di anni violenti, di freddo.
Sentiamo suonare la musica da un violino inesistente così come ora resistiamo e leggiamo bei libri che non trovano posto nelle librerie con nostro grande sconcerto.
Romano dice: "Ci sono momenti in cui arrivo a pensare di non aver scritto un libro ma di aver composto un nuovo tipo di musica: la musica di Igor Brodskij. Che in fondo è la musica del mondo, quella che ciascuno di noi vorrebbe ascoltare” ed eccoci a Milano da via Dante, corso Garibaldi, il Carmine, Cordusio, via Rovello, via Broletto, via San Giovanni sul Muro, via Tivoli, via Mercato, i Navigli, fino a a edifici ormai scomparsi dalla memoria dei milanesi, come l’Hotel Napoli. Leggo il risvolto di copertina con le parole di Ermanno Cavazzoni: «Scritto lodevolmente, una fiaba svolazzante nell’aria, che mi ha colpito».
Anche io rimango affascinata di questo racconto breve, solo 144 pagine e leggendolo sentirete una musica che cambierà il mondo. “Perché lui Igor Brodskij, è il più grande violinista del ventunesimo secolo. No, non si esibisce nei concerti, non incide dischi. Bisogna cercarlo per strada: sui marciapiedi di Milano, di Parigi, di Londra, di mezza Europa.”
Come nelle fiabe qualcuno si metterà alla ricerca di questo musicista, di questo eroe senza dimora, e anche noi andremo a cercarlo per le strade del mondo. Cosa incontreremo? Poesia, innamoramento, e poi nell’allontanarsi il languore di un tempo, di una musica celestiale suonata da un violino che non esiste. Ultimamente tante cose non esistono ma sono più vere di ciò che esiste ed è perciò che grande amore ho verso la storia di Igor che suona con un violino inesistente nel grande e inesistente regno della Litweb
Bellissima fiaba. Nel racconto suona la musica di Il violinista Igor Brodskij
Ippolita Luzzo
Romano Augusto Fiocchi è nato a Pavia nel 1961. Giornalista pubblicista, ha esordito nel 1982 sulla storica rivista di cultura Il Calendario del Popolo, collabora con il blog letterario Nazione Indiana e con il mensile Biblioteca di Via Senato.
Nel 1983 è stato finalista al premio di poesia Guido Gozzano. Ha pubblicato un centinaio di racconti suddivisi in varie raccolte, tra cui: Capricci pavesi (1986), PazzaPavia (1989), Dipinto a testa in giù (1994), Un mistero in via Cardano (2004), Racconti da un mondo offeso (2018) e il racconto lungo La leggenda delle perle di fiume (2007). Su invito del curatore Francesco Permunian, nel 2020 ha partecipato all’opera collettanea Piccola antologia della peste con il racconto Civico trentanove.
Sempre nell’ambito dei racconti, nel 2009 ha vinto il premio InediTo-Città di Chieri e Colline di Torino con Il gatto del soldato e nel 2013 il premio Le storie del Novecento con Opernplatz.
Come romanziere ha esordito nel 2006 con il veneziano Il tessitore del vento, ripubblicato da Ronzani nel 2022. Ha fatto seguito, per le edizioni Qed, Il violinista Igor Brodskij (2025).
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