venerdì 26 gennaio 2018

Amori regalati Olimpio Talarico


La recensione di Amori regalati direttamente dalla rivista Cabaret Bisanzio sul blog del regno stamattina, dopo la bellissima telefonata con una carissima amica, Maria Ierardi, Dirigente Scolastica a Cotronei, che presenterà agli alunni questo libro insieme all'autore. La mia presenza con Olimpio Talarico e Maria Ierardi. Le Coincidenze non sono a caso.   

"Siamo monchi nello stupore che non riusciamo ad avvertire. Nelle sorprese che non abbiamo avuto. Nelle cose e nelle persone che non abbiamo incontrato. Pur restando insieme abbiamo permesso che molte nostre emozioni vivessero all'ombra , che molte assenze fossero coltivate in silenzio… ognuno geloso delle proprie mancanze. Proprio come se la vita si sviluppasse nell'ombra" Cosa sappiamo noi di un altro? Di un amico fraterno, di un conoscente, di un vicino? Mi viene da chiedere spesso e nello stesso tempo mi interrogo su cosa io sappia di me stessa, di ciò che io sia diventata per me, un personaggio, a mia volta, di un libro, forse.

"Mi chiamo Martino Aiello e come tutti quelli della mia famiglia sono nato a Fondo Margherita, proprio al confine fra Crotone e il comune di Strongoli, nel mese di luglio del 1919, in un immenso palazzo prima del mare: una grande nave arenata sulla spiaggia orientale delle coste calabresi… all'età di nove anni lasciai il mare. Mio padre era stato nominato segretario comunale in un paesino sperduto fra le montagne. Caccuri, in quegli anni, subito dopo l’avvento  del fascismo, era un quadro dipinto su un cartone povero: pochi colori, molto bianco da pitturare, tanto nero da cancellare.  Quattro case appoggiate sulle roccia… Una piazza stretta… Ai piedi del paese un ruscello"  Sento tutti i bravi narratori del novecento venirmi incontro in queste pagine di Olimpio Talarico, vorrei trascrivere tutte le frasi, per intero, però credo bastino poche immagine per sentire subito il fascino della lettura.

Caccuri, il paese raccontato come un amico in questo libro di Olimpio Talarico sull'amicizia, De amicitia di Cicerone, l’amicizia di Aristotele, dall'etica Nicomachea, l’amicizia di Sant'Agostino nelle Confessioni.  L’amicizia nata a scuola, fra i banchi e poi vissuta fra sparizioni e riapparizioni  fino alla fine, fino al volersi ancora insieme anche in un improbabile incontro in un luogo che non conosceremo.  Un’amicizia che attraversa un secolo di dittature e guerre, di crimini e cose taciute, allargando lo spazio e facendo da inquadratura sempre più ampia sulle vicende man mano raccontate.
Da Caccuri in Germania, in Argentina, come in un film, quando vediamo la cinepresa iniziare da un piccolo punto e allargare man mano lo sguardo su una storia universale.

Uno stile narrativo limpido, seducente, rigoroso sui fatti accaduti nella realtà, fa vivere i personaggi nella loro verità e ce li regala come veri verissimi, nei loro incontri per la vita. 
 "Il cielo si era incupito e Berlino in penombra mostrava tutti i segni della stanchezza, quando in fondo al marciapiede, dietro un carrarmato in avaria, vidi arrivare verso di noi, e fermarsi a parlare con Giovanni, una giovane con un vestito leggero, azzurro, i capelli sciolti e una sciarpa al collo… Aveva l’aria di una ballerina e di un’attrice di tragedia greca"
Mi fermo qui, a malincuore, presa dalla malia di trascriverlo tutto questo libro.
"Amori regalati"  A Luigi, nella dedica iniziale, a tutti noi, nella dedica finale, nel momento in cui siamo arrivati insieme nel centro del mondo, il nostro mondo fatto di affetti e ricordi.
Un libro amico e vivente guarda noi mentre noi guardiamo gli occhi e il sorriso dei tre ragazzini oltre la carta della copertina e leggiamo e rileggiamo il romanzo dello stupore.
Ippolita Luzzo 

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