(Non si viaggia mai davvero)
Il prologo sta alla fine. Eppure che cos'è il prologo?
pròlogo dal lat. prolŏgus, gr. πρόλογος, comp. di προ- «avanti» e λόγος «discorso» monologo o dialogo che introduceva l’azione, e serviva a esporre l’antefatto o a illustrare il contenuto dell’opera. Breve premessa che precede un’opera teatrale in prosa o in musica dal dizionario Treccani.
Pier Damiano Ori mette il prologo alla fine: I mostri non generano cuccioli.
Conosciamo la storia di Raimondo Montecuccoli che ha abitato in un castello fra i calanchi.
Il conte Raimondo Montecuccoli, nato nel castello di Montecuccolo nel Frignano, sull'Appennino modenese, il 21 febbraio1609, nel Ducato di Modena e Reggio; è stato un generale, politico e scrittore italiano.
"Il fine della guerra si è il vincere. Si vince coll'esser superiori e coll'ottener avantaggi sopra il nemico »
(Raimondo Montecuccoli, Discorso della guerra contro il turco)
"Sai, vero? che lo conosciamo solo con la parrucca da generale, secondo te, quando era solo un ragazzo morso da gelo..." ed in questo narrare si arriva ad una tribù in via Contardo Ferrini . Viaggia da infanzia ad infanzia in provincia di Modena.
Mi sembra di aver letto solo ripetendo la lettura dal prologo verso il secondo movimento: Infanzia e giovinezza di Raimondo Montecuccoli.
Nel gioco del tempo sovrapposto troviamo un primo movimento odierno: Effetto contro causa.
Siamo nel tempo del qui e ora, eppure lo capiamo solo alla fine.
Essendo tutto alla rovescia,(delle due, l'una)
Nella storia che ci appartiene, facciamo vivere con noi l'occhio, l'orecchio, sentiamo i suoni, vediamo il gelo del castello "Tutta una vita sotto l'insegna del gelo"
Il tempo e il soggetto mutano continuamente, a testimoniare che la storia è adesso
Tu intervieni quando vuoi nel mio racconto.
Sono così felice di aver con me la prosa e la poesia abbracciati nel tempo del prima e del poi che saluto quella bella lunga ricerca di trovarti nel 2050.
E mi ritrovo a rileggere ancora "Mai senza sempre" l'aforisma numerato color malva interrompendo, se voglio.
Il racconto poetico di Pier Damiano Ori ci fa viaggiare nel tempo saltando il tempo nel quale non si viaggia mai per davvero.
Un viaggio Occhio E Orecchio in un calesse poetico.
Ippolita Luzzo
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