Nell'allegoria del buon governo ci siamo incontrati.
Erano in corso a Lamezia le elezioni a sindaco e nei candidati fervevano le liste, i fili e le cordate con chi portarsi appresso. Ignara di ogni politica diatriba, politica come aggettivo e non sostantivo, indugiavo io sulle tavole del buon e cattivo governo, gli affreschi di Ambrogio Lorenzetti, conservati nel Palazzo Pubblico di Siena. Indugiavo e mi auguravo che i candidati riprendessero a leggersi quegli affreschi, così come mi erano stati spiegati a Rimini ad un convegno.
Il classico, citando Hegel e qui riprendo dalla "La Distanza da noi stessi" nell' Album di famiglia con sottotitolo "dagli archivi fotografici della provincia di Cosenza ai social network", richiama da sempre un'epoca istantanea sottratta all'avvicendamento dei tempi, dei linguaggi, delle forme"
La distanza
Che cos'è la distanza da un avvenimento, da un corpo? è lo spazio che ci permette di vedere sia il fatto che il corpo, con la distanza vediamo, riflettiamo, capiamo ciò che è stata l'azione, riportiamo con noi le sensazioni di un incontro.
"Stiamo a distanza tra provenienza e destinazione"citazione da Carlo Sini " Il silenzio e la parola"
Tutto questo per dire che sono lontana dal momento storico del mio paese quanto sia vicina al tempo del Lorenzetti.
Tutto questo per dire che "il passato è generato dal presente tanto quanto il nostro futuro, è la nostra rideterminazione oggettiva che ne fa un futuro anteriore" leggo sempre da " La distanza di noi stessi"
Tutto questo per dire che nasce una rivista, una rivista che prende dall'album le fotografie, un album che misuri la distanza di noi stessi, una sede che la distanza ci darà, "come condizione di ogni presente."
Vi presento il redattore responsabile col fucile,
armato dalla distanza, come può essere un'arma la distanza, migliore dello scontro ravvicinato nel tempo che scansione è.
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