martedì 19 aprile 2016

Conforme alla gloria

Appunti 
Fra offesa e rancore 
“zona grigia” proposta da Levi: il male non ha intrinseca grandezza, può scaturire da piccoli gesti e piccoli atti e avere conseguenze catastrofiche. 
"Il rancore si presenta così sotto forma di “un demone prigioniero”, che continua il suo eterno lavorio, imprigionato dentro di noi, alimentatore di rovelli inestinguibili, tenuto in vita dal nostro stesso desiderio. Il demone rumina, rimugina, rimastica sempre il medesimo bolo, come se il tempo della digestione definitiva non dovesse mai giungere. Kancyper, che ha dedicato all’argomento del risentimento uno studio, sostiene che questa emozione è legata alla dimensione temporale, differenziando tra due tipi di memorie: la memoria del dolore, che continua nel tempo della rassegnazione, e la memoria del risentimento e del rancore, che “si trincera e si nutre dell’aspettativa della vendetta in un tempo futuro”. Per questo il risentimento appare allo psicoanalista legato a pulsioni di morte: “la compulsione ripetitiva e insaziabile del potere vendicativo”; si regge, dunque, sul principio del “tormento”, un pensare calamitoso, come lo chiama un paziente dello psicoanalista argentino, in cui la collera diventa la sola via di fuga dal tormento interiore.  - : http://www.doppiozero.com/rubriche/4270/201604/risentimento-i-parte#sthash.sjlMZlj7.dpuf

"La memoria è uno strumento meraviglioso ma fallace. E questa una verità logora, nota non solo agli psicologi, ma anche a chiunque abbia posto attenzione al comportamento di chi lo circonda, o al suo stesso comportamento. I ricordi che giacciono in noi non sono incisi sulla pietra; non solo tendono a cancellarsi con gli anni, ma spesso si modificano, o addirittura si accrescono, incorporando lineamenti estranei. Lo sanno bene i magistrati: non avviene quasi mai che due testimoni oculari dello stesso fatto lo descrivano allo stesso modo e con le stesse parole, anche se il fatto è recente, e se nessuno dei due ha un interesse personale a deformarlo. Questa scarsa affidabilità dei nostri ricordi sarà spiegata in modo soddisfacente solo quando sapremo in quale linguaggio, in quale alfabeto essi sono scritti, su quale materiale, con quale penna: a tutt’oggi, è questa una meta da cui siamo lontani. Si conoscono alcuni meccanismi che falsificano la memoria in condizioni particolari: i traumi, non solo quelli cerebrali; l’interferenza da parte di altri ricordi «concorrenziali»; stati abnormi della coscienza; repressioni; rimozioni. Tuttavia, anche in condizioni normali è all’opera una lenta degradazione, un offuscamento dei contorni, un oblio per così dire fisiologico, a cui pochi ricordi resistono. É probabile che si possa riconoscere qui una delle grandi forze della natura, quella stessa che degrada l’ordine in disordine, la giovinezza in vecchiaia, e spegne la vita nella morte. É certo che l’esercizio (in questo caso, la frequente rievocazione) mantiene il ricordo fresco e vivo, allo stesso modo come si mantiene efficiente un muscolo che viene spesso esercitato; ma è anche vero che un ricordo troppo spesso evocato, ed espresso in forma di racconto, tende a fissarsi in uno stereotipo, in una forma collaudata dall’esperienza, cristallizzata, perfezionata, adorna, che si installa al posto del ricordo greggio e cresce a sue spese." Primo Levi  I sommersi e i salvati

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