martedì 29 marzo 2016

Leggo

Leggo negli occhi, nei gesti, nei vestiti, leggo il romanzo che non fu scritto mai.
Leggo da voi, nei vostri messaggi, nelle confidenze, nel silenzio di tutti.
Leggo al di là del vostro vestito, della professione, della famiglia e dell'età.
Leggo e poi chiudo con un sospiro, con rassegnazione, quel libro che scriver non so.
Certo potrei, se mi impegnassi, scriver di quello che ho letto in giro, nelle giornate della pasquetta, nel martedì del carnevale, nel giovedì del capodanno, nel venerdì di ferragosto.
Sarebbe un bel libro in bianco, con frasi e risate, quante risate!, su chi non è presente quel dì, sul parlare e mangiare tanto per fare una bella festa.
Leggo e continuo su quella pagina a fermare il dito, a prender matita e a sottolineare quel verso, quella risata che, all'improvviso, mi appare di scherno su chi la legge e su chi la fa.  
Leggere è quell'azione che non si vede, leggere non è come il parlare, il camminare, oppure il mangiare. 
Puoi leggere tranquilla ogni persona senza che lei si accorga di niente, puoi fare i tuoi appunti, puoi metter le orecchie a quel suo libro, in ogni momento. 
Infatti lo faccio e non mi diverte sgualcire il libro della vostra esistenza.
Mi sto di lato, sto in un canto a leggere soltanto una pagina scritta.
Quella che scrivono i veri autori  

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