Non me ne voglia chi si rivedrà se uso particolari e stralci di conversazione per fare esempi sul vizio comune di screditare colui o colei che si è dimostrato gentile, ha fatto un favore o semplicemente sembra inoffensivo.
Vizio del sud.
Così incontro organizzante che, informandomi di evento, dice: "Viene tizio a suonare, a ballare, a dipingere. Il primo che ho trovato"
Ribatto che ottima scelta mi sembra e rimango malissimo per quel tizio che, benché bravissimo e disponibile, rimarrà il primo che ha trovato.
Ricordo altra conversazione con sedicente politica che, di una candidata del suo partito, ad alta voce, dal parrucchiere diceva:
" Poverina, l'abbiamo accontentata." Screditando la candidata "poverina", il suo partito, e screditandosi nello stesso tempo.
Così non capirò mai questo gusto che prende ad alcuni di ridicolizzare e sminuire l'altro.
Credo sia incapacità di stimare l'altro per il valore che ha, come se, attribuendo valore ad un altro, venisse sminuito il proprio, come se, screditando l'altro, si acquistasse maggior prestigio.
Mah
Rumino per digerire simili scorrettezze
Così forse farò più felici alcuni miei conoscenti se, invece di essere stata io docente di lettere, loro possano pensare che abbia svolto mansione di bidella, di assistente alle loro sudate carte, di aver spolverato la cattedra dove si sedettero.
Oppure le farò felici se non parlerò più, nella maleducazione che regna sovrana nel sud.
Ripetete Kant, ogni tanto, miei cari suddici...
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