lunedì 4 maggio 2015

La Favola della gabbietta inaugura il Maggio Dei Libri 2015 a Lamezia Terme

Al Maggio dei Libri 2015 a Lamezia Terme Mercoledì ore 18, 30 inizia il maggio con La Favola della Gabbietta
La mia favola 

MAGGIO DEI LIBRI 2015
Ippolita Luzzo presenta La Favola della Gabbietta
Riflessioni sui meccanismi immaginativi nell'epoca del web
Con la presenza e la testimonianza  di Gianni Caruso, che, per noi, sempre qui è.
La nostra favola con l’immaginario non è mai finita.
Dal web alla realtà uguale è.
Nel giorno in cui Gianni Caruso è andato via due anni fa, La Favola della Gabbietta, di cui lui lesse le prime riflessioni, invitandomi a continuare, viene ora presentata qui.
Il caso non è mai per caso.
Con Gianni, amico dal liceo, parlavo raramente, ma era sempre un ritrovarsi. Come al liceo.
Così scrissi sul suo libro, che lui mi regalò con affetto, aspettandosi mie riflessioni, così io leggevo a lui quel che scrivevo ricevendo suoi incoraggiamenti.
Se scrivo e se parlo è perché lui mi incoraggia, e perché la stima non finisce, il rispetto e l’amicizia vivono sempre.  Sono la nostra ricchezza.
La Favola della gabbietta non è da vendere
La nostra favola è


La nostra favola
C'era una volta
un bianco castello fatato,
un grande mago
l'aveva stregato per noi.
tu eri la mia regina
ed io il tuo re.
E per noi
il tempo si fermerà,
tu sarai sempre regina
ed io il tuo re.




2 commenti:

Unknown ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Unknown ha detto...

ecco come io ho visto la tua piccola grande opera sul nostro piccolo grande mondo

Si inizia con la voce dell’attore Pierpaolo Bonaccurso e con intermezzi dell’autrice Ippolita Luzzo che, attraverso flashback, ha portato nel mondo reale ciò che lei ha descritto sotto forma di favola. Una favola moderna, dove la gabbietta altro non è se non il computer pronto a trasformarsi in un semplice nickname, click, tutto all’ oscuro dal resto del mondo. È proprio di questo che hanno bisogno i protagonisti, le donna e gli uomini che lei immagina nella sua favola, magari in una stanza anonima, con uno schermo al di là del quale non ci sono giudizi, grida né critiche e una tastiera che diventa parte delle loro anime, le assorbe. I suoi protagonisti in fondo sonno copie degli esseri umani, delle tante donne e uomini che preferiscono non apparire creando la propria realtà davanti a un computer, perché non essere giudicati, non affrontare il confronto, per molti è il successo della propria vita. C’è tanta paura nella vita reale, i ragazzi di oggi hanno paura dei loro stessi coetanei, le ragazze sono sempre più estroverse e i genitori si sentono sempre più coetanei dei figli che loro genitori. È qui che s’inserisce l’opera di Ippolita: c’è un punto di svolta nella vita virtuale e cioè il foglietto delle istruzioni della cara gabbietta, che avvisa i vari utenti dei rischi dell’abuso del mezzo e della sua fine dopo un certo periodo. La gabbietta aveva ingabbiato i suoi protagonisti e in fondo lo fa tuttora nella realtà, solo che nell’opera la favola termina con un ritorno alla vita reale e la fine delle varie gabbiette, mentre nella realtà, il problema rimane come le varie maschere che al di là dello schermo i vari utenti del web indossano. Un libro del tutto realistico quello dell’autrice, che attraverso la semplicità della favola ha affrontato la problematica che la tecnologia sta portando nella società odierna. I social network sono ormai diventati i mezzi per creare una nuova identità, come scriveva Pirandello, siamo tutti “uno, nessuno e centomila”. Ci si sente ammirati se si riceve un numero di click al giorno, ma la comunicazione frontale, gli abbracci, le lacrime, i sorrisi, sono scomparsi, lasciando spazio ad emoticon, a messaggi di poche parole, a brevi messaggi vocali.