Parafrasi di Ungaretti e
Quasimodo
Si sta come d’autunno sugli
alberi le foglie. (Ungaretti)
Lamento per il sud (Quasimodo)
Forse Quasimodo voleva dire-
i lamentanti del sud- coloro i quali si lamentano e come Jovanotti cantano:- e
mi lamento e sì che mi lamento.-
E lamentano e si lamentano di
tutto, e più hanno e più si lamentano.
Lamento per il sud che non la
finisce più di lamentarsi.
Per i suddici, abitanti di un
sud che li premiò con buoni natali, con carriere universitarie, con studi
medici e legali famosi e riconosciuti, per i suddici, ora è tempo del lamento
ossessivo.
I tempi non sono più quelli
di una volta…sfiorano l’iperbole, si vedono mendicare per strada,
invidiano, invidiano la mia pensione al
minimo contributivo, invidiano anche il
cancro, perché sono rifiorita…vedi tu che culo! Invidiano tutto, il sorriso, la
voglia di vivere di chi sa che i giorni sono un regalo.
Invidiano perché
loro…poverini! Ah quanto mi dispiace! Devono correre di qua e di là, devono
essere a pranzi, a cene e in viaggi, però:- Sai, tu sei tanta abbronzata- mi dicono e mi domandano:-Come hai fatto?-
Io, cretinamente, ingenuamente,
mi ritrovo a spiegare che al sud, e Lamezia terme in questione sarebbe una città
di mare, che possiamo tutti, potremmo andare due ore a mare e ringraziare sole
cielo e natura di essere abitanti di questo paese.
I suddici vogliono sempre
sapere i fatti degli altri, vogliono sempre sapere quello che tu stessa non sai
di te, loro, indagativi e perspicaci hanno già fatto somme e riporti.
Stare qui al sud fra i
lamentanti viene la voglia di far loro
elemosina di una frase complessa, di un periodo ipotetico di terzo tipo.
Come sono poveri!
Come sono poveri!
Poi però non ce la fai e con
Ungaretti ti trovi a pensare che si sta come d’autunno sugli alberi le foglie.
Che tutti al suolo arriveremo, che tutti concime
diventeremo, che da rossastri ingialliremo e volteggiando cadremo giù.
Che bello il volo!- mi dico
io
Loro saranno così lamentevoli
ed invidiosi che riusciranno a dire che il mio volo sarà sicuramente più bello
e- che culo che ho a volare via!- mentre loro appassiranno e rinsecchiranno al
ramo da cui pendeva la pargoletta mano…ah quello era Carducci, pardon!
Nessun commento:
Posta un commento