giovedì 14 giugno 2012

una storia infinita - Il sazio ed il digiuno


18 agosto 2011
Una storia infinita- Il sazio ed il digiuno-
Lettera al mio nick di un tempo
U saziu un  cridi  mai  allu  dijuno. Non so scrivere in dialetto.
 Il sazio non può mai capire  l’affamato, il digiuno.
-Non può.- 
 E’ così. Potrei cominciare  dalle Opere e i giorni di Esiodo, potrei partire dai rotoli del mar Morto,
 potrei rileggere l’intero scibile e sarei sempre  punto e a capo.
 Ci conosciamo fra umani? Conosco mio figlio? Conosco me stessa?
Sono queste  le due conoscenze che dovrei proprio conoscere  e non conosco.
 A cosa mi serve questo  pensare e ripensare, questo scrivere e leggere, a cosa mi serve  se poi non brilla nella   mia vita  il faro della razionalità e quello dell’emotività in un unico bagliore?? Se non illumino con affetto i miei atti come posso rapportarmi ad altri??
 Parliamo di Laing, morto alcolizzato, con tre divorzi alle spalle, dieci figli abbandonati, uno psichiatra che avrà dettato leggi ai suoi pazienti depistandoli da sentimenti  universali ed eterni.
 D’accordo, la famiglia è un nido di vipere, d’accordo a vent’anni bisogna andare via, beato te, d’accordo le emozioni non devono travolgerci. Ma esistono, non possiamo cancellare  un vissuto  ricco di pulsioni degne  di farci  vivere. Poi, indubbiamente, ognuno può  pensarla  alla sanfasòn.
Una volta sprecai un’ora del mio tempo a spiegare cosa fosse un furto, dopo un’ora gli onesti avevano capito, i disonesti, oppure chi era vissuto in famiglie disoneste non avevano capito niente. Una volta sprecai la mia conversazione ad un tavolo di coppie  dell’alta o bassa società per delineare  la dignitosa figura di Veronica Lario, ebbene, per loro, donne e uomini  professionisti, Veronica era, come tutte le attrici, una zoccola e doveva baciare la terra dove il marito metteva i piedi per essere stata innalzata al ruolo di moglie. Non mi sono più seduta a quel tavolo.
Una vita ho sprecato per spiegare la bellezza di frequentarsi, POOOCO, per carità, ma frequentarsi, per avere qualche ricordo condiviso, qualche sorriso, qualche  futilità da rileggere, ma il mio dire è stato  diserbato  da troppe assenze.
Ed ora mi ritrovo a pigiare tasti  ed a chiedere a chi non può  un suono, un viso, a rassicurarlo che non voglio altro, ben sapendo che è troppo  anche questo. Ho già avuto tanto,  moltissimo. Al di là  di ogni aspettativa. Per questo ripeto come una bimba sorpresa - Che bello! Che Bello!!
- Ma ti rendi conto? ma non puoi, quanto io sia contenta  di  parlare!  Più problematico appari più mi diletto a spiegare, più tu ti rompi le scatole più io sorrido fra me.
Sarei già andata via  se avessi incontrato un uomo normale! Saresti già andato via se io non ti intrigassi! Non ci siamo proprio chiesti nulla al di là di questa diversità incolmabile che invece di impaurirmi mi  incuriosisce  e ti incuriosisce. Siamo proprio  il sazio ed il digiuno, ma io ho la dignità di non chiedere e tu ---- Beh ogni tanto,  sempre, la tua sazietà la esponi – e sei tanto amato e sei soffocato- e tutto a te è successo! E contatti superlativi… Non c’è giustizia a questo mondo! persino i paradisi artificiali  e lo dici a me che nemmeno una sigaretta!! Beh, la sigaretta facevo finta di tenerla in mano, un periodo lontano e brevissimo, ma non l’ho neppure aspirata! Io che non bevo alcolici e non mi trucco, che non gioco a carte  e non  civetto e che non sono nemmeno  una beghina.!!! Tu hai fatto proprio tutto, hai fatto anche la donna???? Te lo domando così, per curiosità. Capiscimi che scherzo, foorse!! Ma con te tutto è possibile!! Io sono rigidamente eterosessuale!! Sono proprio conformista! Ma non sono neppure conformista!! Non ti sarai fatto mancare nemmeno questo!!!!
Noi non ci conosceremo mai, a che pro? ci siamo già conosciuti, io non ho mai conosciuto tanto  i pensieri di un uomo  come ho conosciuto i tuoi, se dovessimo vederci  sarebbe solo una delusione, tu saresti un banale e trasandato uomo di mezza età  con terribili ciabatte ai piedi e pantaloni al ginocchio ed io una scialba signora  del sud  che straparla con un terribile accento  meridionale  mentre dovrebbe imparare a stare zitta.

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