La troia
infoiata
11Maggio 2012
Da San Paolo
al mio Papà
Dal mio papà
a Reds, agli scritti di Reds su Neteditor
La donna non
ha un’anima, dice San Paolo, la donna taccia, stia sottomessa, è sconveniente
che vada in giro, che frequenti, che faccia valere le sue ragioni, la donna è
imperfetta.
Tale e quale
mio padre.
Forse non
hanno tutti i torti, vero?
La donna è
mobile, qual piuma al vento. Muta d’accento e di pensier. Dal Rigoletto,
Giuseppe Verdi
Vero Reds?
Una troia infoiata.
L’ho
imparato con estremo rammarico che, per alcuni uomini, mi auguro pochi, la
donna è un essere immondo, sporco, preda da desideri incontrollati dell’organo
maschile, completamente asservita al desiderio, irrimediabilmente puttana.
L’ho
imparato a mie spese, quando bambina, nemmeno trenta chili fino a quattordici
anni, il mio papà non mi faceva muovere da sotto l’ombrellone, quell’unica
volta all’anno che ci portava a mare, non mi faceva mettere in costume, mentre
mia madre non poteva mettere, d’estate, abiti senza maniche. Ovviamente non poteva
andare a messa, non poteva parlare, non poteva avere una opinione.
Così fino a
sedici anni, quando io, con in mano tutti i libri che, malgrado lui, ero
riuscita a leggere, nascondendo il bagliore della lampadina sotto il letto e
spostando il libro sotto il materasso, con in mano i miei libri, presi a contestare
quell’assurdità che vigeva in quella casa.
Tuoni e
fulmini.
La pecora
nera della sua famiglia!
Mia madre
era sconvolta, il nonno, che, benché maschilista, era intelligente, incuriosito
mi lasciava parlare, l’inferno in casa mia.
Ovviamente
mi era proibito tutto, scioperi e cortei, manifesti e trasmissioni televisive,
canzoni, anche Lucio Dalla era pericoloso… Bisogna saper perdere… cantava
Ed a me
piacevano tutti questi cantanti strani. La mosca che cammina sulla mano… Gian
Pieretti
Il pericolo
numero uno… la donna
Da San Paolo
a mio padre… il passo è breve.
Gli anni
universitari furono scanditi da silenzi abissali, da rimuginamenti vari su come
avrei ucciso questo uomo, che ancora è vivo, eh!, come avrei potuto liberare
mia madre, mio fratello , mia sorella, da un uomo, anche simpatico agli altri,
ma in casa, prepotente, egoista, viziato.
Mi accusava
di ogni sorta di nefandezza, mi accusava di avere gajurri, io non sapevo nemmeno
il significato della parola, mi offendeva nella mia femminilità, e nello stesso
tempo pretendeva il bacetto serale, guai se andavi a letto senza averlo
baciato, il bacio, dopo una giornata di sfida, per me era un segno di
sottomissione, mi negavo, succedeva una tragedia.
Mia madre
era sempre terrorizzata da questa ca..a di tragedia che era lì lì per esplodere
se non avessimo dato il bacio.
Mia sorella
più piccola mi riconosce il merito di essere stata in prima linea, in questa
lotta giornaliera fra un uomo che disprezzava le donne ed una donna che
rivendicava rispetto.
Una lotta
mai sopita.
Quando
infelicemente decisi di coniugarmi con un altro essere maschile sognai per
notti e notti di litigare col mio papà, sognai di arrivare alle mani, con un
bastone, sognavo alterchi furibondi, mi svegliavo stremata.
La mia
saggia amica alla quale raccontai mi rassicurò:-Vedrai, appena avrai il bambino,
ti passerà-
Ero in
gravidanza.
Mi passò
infatti quel sogno.
Ma non passò
il disprezzo che sento ancora ingiustificato verso le donne, non passò il
disgusto verso un uomo, suppongo come pochi, che, benché abbiano bisogno della
donna, mio padre non saprebbe vivere senza mia madre, poi debbano sporcarla nel
loro immaginario chiamandola troia infoiata.
Papà non
usava questo termine… ed onestamente ho rimosso i suoi termini, alcuni non li
ricordo più, ma è un termine appreso su neteditor.
Nei racconti
di Reds, che scrive di una donna con fantasie sessuali maschili, con fantasie
limitate, fredde ad un’anatomia del desiderio fermo a mio padre, un
soddisfacimento inane, vuoto, senza fremiti, senza coinvolgimento, un
soddisfacimento senza godimento, con rabbia, con impotenza.
Chiedo scusa
allo scrittore, ma io non credo, non ho mai creduto a noi donne asservite ad un
desiderio monocorde, ho sempre conosciuto donne dedite al sacrificio, donne
attente alla cura della casa, donne fedeli, donne senza civetteria.
Sicuramente
ci saranno anche donne dedite ai piaceri della carne, ma io non le ho
conosciute.
Le donne che
ho conosciuto io erano innamorate del loro uomo, erano e sono donne con grande
dignità, donne che hanno sacrificato la loro vita a non disperdere il grande
patrimonio della pulizia dei sentimenti.
Checchè ne
dicano San Paolo, mio padre e Reds.
Forse ci
saranno donne così… come loro dicono, ed ho grande pena anche per loro.