Da alcuni anni non faccio il discorso di fine anno e ora invece improvvisamente mi viene da dirvi una frase che riporto dalla mia infanzia: Si tutti l’agialli canuscessiru u granu, granu un di ristera. Significa che se tutti gli uccelli conoscessero il grano, grano non ne resterebbe. Questo per dire che la conoscenza è patrimonio di pochi, pochissimi. Tutti gli altri si fanno infinocchiare da nutrizionisti improbabili, da influencer e supposte scrittrici che vi fanno il firma copie in fila per sei col resto di due, vendendo non il contenuto ma il contenitore in un delirio collettivo di ipnosi.
Ne sono sconcertata e credo che nessun discorso possa più far rinsavire la plebe festante di essere plebe. Credo siano rimasti pochissimi gli uccelli a conoscere il grano, pochissimi.
E nel continuare mi sono accorta che già nel dicembre del 2022 non ho scritto il discorso del regno che ogni anno da dieci anni inviavo agli abitanti del Regno della Litweb.
In concomitanza con il discorso della regina Elisabetta, che ci manca moltissimo, il discorso del Regno della Litweb ha di volta in volta spronato il popolo alla resistenza, alla luminosità, alla dignità. Valori ormai desueti e scomparsi. Discorsi che furono ormai.
A proposito di proverbi e di modi di dire c'è quello per cui se tu fai un castello nessuno se ne accorge, se invece un altro fa una scoreggia tutti ad applaudire quel suono e quel profumo sopraffino. Devo trovare quel proverbio in dialetto calabro.
Intanto nella felicità del Regno, luogo inesistente, citiamo un altro Regno inesistente dall'Ecclesiaste:
Per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo.
Un tempo per cercare e un tempo per perdere,
un tempo per serbare e un tempo per buttar via.
Un tempo per stracciare e un tempo per cucire,
un tempo per tacere e un tempo per parlare.
Buon anno dalla Litweb
Ippolita Luzzo

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