Disinganni, l'ultima raccolta di poesie di Francesca Fiorentin, ci porta la testimonianza di una vitalità poetica, di un vivere poetico, intendendo il vivere poetico la capacità di dire, di esprimere i disagi esistenziali con immagini ricche di metafore, di similitudini, di figure retoriche come il gorgo, sconfitto dall'arte. La forza che la poesia ha è il seguire l'arte, per riuscire ad attraversare i campi minati dell'infelicità, dell'essenza, della lotta, della rabbia, della siccità, del controllo. Sono divise proprio con questi titoli le poesie raccolte in questo libro, pubblicato da Robin edizione in questo 2024. Poesie dell’infelicità Poesie dell’essenza Poesie della lotta Poesie della rabbia Poesie della siccità Poesia del controllo
Sull'infelicità amicale mi piace riportarvi questi versi, su come possa finire una amicizia, su come si resti per anni a domandarsi il perché sia finita finché poi non si ci pensa più.
Avevo un’amica spergiurava affetto
dopo non so cosa dopo un’idea
ostile a una mia
che non sono capace di immaginare come importante
pur sforzandomi di capire
finì tutto
e tutte le parole che ho sprecato.
Sono moltissime le poesie sull'infelicità, da una infelicità intima a quella esposta fin nei centri commerciali dove una umanità varia trascorre il suo tempo, mangiando o guardando le vetrine, comprando, senza guardarsi negli occhi. Capisco la domanda del vestirsi bene per chi, per nessuno sarebbe la risposta.
Le passeggiate ai centri commerciali,
dopo, un pranzo fuori
vestiti bene per chi?
Il tempo la digestione il nipote
i guai comuni gli impegni.
Chi non legge
ha questo tempo libero
ovverosia non sa che fare del tempo
E dopo chiedersi dove sta l'essenza, dove stia, se anche il lavoro è un luogo dove si è spersonalizzati. L'alienazione ormai istituzionalizzata
"Marzo 22
Il lavoro, talmente spezzato in nodi– monadi, che non puoi dire a chi scende nel baratro perché scende. Vedi solo la tua posizione statica, il tuo gradino. Chi ti comanda manovra te e coloro che tu comandi. Chi ti comanda sa di te e di voi. A cascata, il gradino in alto vede giù, e tu che sei più giù non sai nulla di ciò che sta su. E ciò che sta sopra – solo bugie"
La poesia urla, chiarisce, denuncia, si fa intima e universale, vuole uno spazio fuori dal disinganno, la poesia non vuole più essere ingannata e si affida all'arte, al volo poetico nel quale ogni lettore possa librarsi. Credo sia questo l'intendimento di Francesca Fiorentin e con questa sua forza poetica io vi affido la lettura delle sue poesie
Una sola forza mi trascini, te lo chiedo, non sarà mai gorgo,
è l’arte,
che tutto per sé vuole
completa concentrazione
Ippolita Luzzo
Francesca Fiorentin
Nasce nel dicembre 1965 a Milano e ha vissuto quasi sempre nell’hinterland milanese. Laureata in filosofia alla statale di Milano, è una appassionata lettrice di narrativa e poesie. Di professione, impiegata nel terziario, part time. Negli ultimi anni si dedica giornalmente alla lettura e alla scrittura di poesie. Nel Dicembre 2016 sono usciti alcuni suoi versi su Nazione Indiana.
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