sabato 26 giugno 2021

Note a piè di pagina di Gilberto Floriani

 


Diario di un bibliotecario impegnato.

Una nota è un breve testo con funzione esplicativa.  Posizionata in fondo a una pagina di un libro o di un documento, viene chiamata nota a piè di pagina o nota in calce. Collocata nel margine esterno della pagina, è detta nota a margine. Le note possono essere raggruppate tutte in un'apposita sezione, alla fine del capitolo o del libro.

Il curatissimo diario di Gilberto Floriani in effetti è una riflessione su come siano stati gestiti e trasformati i luoghi di offerta culturale nel Mezzogiorno, una storia che ripercorre dalla fine degli anni Sessanta ad oggi lo sforzo sostenuto dallo Stato per favorire l'istruzione e la comprensione. 

Comprendere vuol proprio dire acquistare autonomia di pensiero e saper discernere, compito questo che era svolto dalla scuola e, per quelli che a scuola non andavano più, da corsi serali, biblioteche popolari, e nel 1967 dai Centri di Servizi Culturali. 

I Centri operarono fino al 1972 alle dipendenze della Cassa per il Mezzogiorno e poi furono trasferiti alle Regioni. La Regione Calabria tenne i Centri fino al 1979 e poi soppresse l'iniziativa trasferendo il patrimonio e il personale ai Comuni. 

Ieri sera io raccontavo la bellissima esperienza dei primi anni del Centro Servizi Culturale a Lamezia Terme alla mia amica, molto più giovane, che non aveva avuto modo di conoscerli. 

Gilberto Floriani ci riporta vividi quegli anni, anni di grande entusiasmo, conoscevamo Fortini e Sereni, Vogliamo Tutto di Balestrini, Donnarumma all'assalto di Ottiero Ottieri, vedevamo film che non venivamo proiettati al cinema tradizionale e poi seguivano dibattiti. 

Vero è che i Centri di servizi culturali favorirono l'aggregazione e insieme quella meravigliosa sensazione di stare imparando un mondo nuovo, il mondo o il modo della possibilità di essere artefici di un cambiamento, di essere quasi utili e di avere un senso nella storia del proprio paese. Ogni paese poteva diventare il centro del mondo e nessuno si sentiva escluso. 

Leggo con partecipazione le Note di Gilberto, proprio perché riportano gli anni del liceo, e seguo la trasformazione avvenuta negli anni Ottanta con un ripiegamento anche personale sul nulla. 

Siamo ora nel 2021 e dal 2012 esiste questo blog che mi permette, come negli anni Settanta, di poter partecipare agli eventi, un salto attraverso gli anni. Mi accorgo che anche il Festival Leggere e Scrivere è nato nel 2012 ed io ne sono stata ospite per ben sette anni, ho fatto parte della giuria del Premio "Un libro nel cassetto" e ho ricordi felici di un Festival che in sinergia con le Scuole dava agli alunni incontri con i protagonisti della vita letteraria della nazione. 

Ora siamo qui, fiaccati un po' dalla pandemia,  a leggerci con stima e a credere in tempi più fausti.

Siamo al Sud, ma io credo che tutto sia Sud, oramai, intendendo per Sud una sorta di emarginazione, di difficoltà a trovare spazi, di difficoltà ad avere opportunità. 

"Un po' di autobiografia" il capitolo conclusivo, ci regala il momento intimo della vita di Gilberto Floriani, ci regala la commistione Sud Nord, ci regala il momento felice in cui sembra che tutte le strade siano aperte, nell'adolescenza, e come tutto poi si racconti con la felicità, nel suo caso, di aver fatto le scelte più consone al proprio sentire. 

Ci riconcilia con gli studi, con le letture, con i libri, con tutto ciò che si è amato e continua ad essere amato nella bella sensazione di poter avere relazione con l'altro con un libro in mano.

Ippolita Luzzo 


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