Salvatores sceglie una vicenda reale molto conosciuta, i due protagonisti hanno un canale social e sono stati intervistati dalle Iene.
Hanno fatto altri passaggi televisivi e poi Fulvio Ervas ne ha scritto un racconto molto pubblicizzato e amato.
Nei titoli però il regista si tira fuori da qualsiasi scopo scientifico, non sta dando un metodo su come trattare la diversità ed è giusto ciò, questo è un film e noi lo abbiamo scelto per trascorrere due ore piacevoli.
Devo dire che lui è riuscito a intrattenerci perché il film ha come collante canzoni amatissime, da Vincent del 1973, colonna sonora di una serie televisiva "Lungo il fiume e sull’acqua", un giallo a puntate, che abbiamo adorato, a Resta cu mme di Modugno.
La canzone ci commuove sempre e anche ieri sera ci ha commosso. Siamo legatissimi a Domenico Modugno e alle sue splendidi canzoni, a Pierangelo Bertoli e al suo A muso duro, cantata in duetto dal padre, dal figlio e da me, sottovoce, nella multisala.
Il protagonista, come avrete capito, è un cantante, il Modugno della Dalmazia, e noi lo seguiremo lungo le coste della Dalmazia, dalla Slovenia in Croazia, per applaudirlo alle feste e ai concerti.
In questo viaggio porta il figlio, ritrovato dopo sedici anni, e con lui, con questo ragazzo problematico, affronta il viaggio della vita, riappropriarsi di tutti gli anni in cui è scomparso e far da Virgilio, diciamo così, al figlio verso l’età adulta.
Poi felice, soddisfatto, può andare via.
Nel frattempo viene inseguito dalla mamma del ragazzo, abbandonata alla notizia di essere incinta di lui, e dal marito della donna, uomo di grandi possibilità economiche in quanto editore. Ambienti quindi deliziosamente ricchi dove vive l’editore, uomo saggio e pacato, che avrei subito scelto come mio editore per pubblicare qualcosa di più o di meno plausibile del manoscritto che poi gli resterà in mano.
Il film dolciastro finisce e dopo andando via ci sale il retrogusto amaro di essere stati presi in giro da tanta stupidità, da tanto improbabile viaggiare ai confini del nulla più assoluto.
Stereotipi.
Faccio esempio: il ragazzo con difficoltà ha il gesto comprensibile di avere paura al vedere il seno di una ragazza e poi già il giorno dopo riesce a fare l’amore.
Caro Salvatores non ci hai capito niente.
Per forza dovevi mettere il superamento di una paura? Ed è così semplice? Comunque ho deciso, ti applaudo come ti ha applaudito Fazio e tu mi procuri un contratto con quel buon uomo di editore, ben interpretato da Abatantuono.
Un abbraccio dal Regno Della Litweb.
Non ci salveremo mai più dalla melassa.
Ippolita Luzzo
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