In tempi di molestie di maschi verso femmine, molestie
avvenute nella notte dei tempi, il libro di Elisabetta Bucciarelli delinea un
altro maschio.
Comincia con alcune
poesie
C’è sempre qualcosa di assente che mi tormenta. (Camille
Claudel)
L’Anima si sceglie il proprio Compagno –
Poi – chiude la Porta [...] (Emily Dickinson)
e poi “Mi guardi con occhi penetranti”... «non esiste mai una separazione definitiva,
non riesci a chiudere una storia come si deve, è una continua riesumazione,
siamo circondati da salme di rapporti»
«C’è una geometria in
ogni circostanza della vita. E ogni esistenza ha una sua forma geometrica»
L’uomo si presenta al
verbale della polizia stradale al ritorno
da una conferenza sull'architettura degli ordini monastici, ha appena
schivato uno scontro frontale, cioè avrebbe potuto essere uno scontro se la
conducente dell’altra vettura non avesse deliberatamente preferito andare a
sbattere contro un palo della luce. Comincia così questo romanzo a più voci,
più persone narranti, ognuna di esse con i suoi pensieri e il suo vissuto.
Seguiamo l’uomo, di cui non sappiamo il nome però conosciamo età e professione,
moglie e idiosincrasie, lo seguiamo all'università mentre spiega.
«Bella Prof» commenta un ragazzo in prima fila «Questo è un altro motivo per cui credo
sia importante insegnarvi a misurare le distanze, una volta che avremo stabilito
come si procede e ci saremo allenati a farlo, tutto sarà più semplice. Non solo
nella professione. Ricondurre l’esistenza a un segno è un’operazione di
sintesi. Noi siamo ancora fermi all'analisi, riconoscere le parti, trovare le invarianti,
ecco cosa mi aspetto da voi». Lui “È convinto che ci siano molti segreti nella
misura degli oggetti. Lui misura per trovare qualcosa che sente ma non conosce
ancora. Per cogliere le relazioni tra le cose e tra le persone.”
Per trovare il suo
posto nello spazio.
Da un’altra parte tre donne stanno aspettando in uno studio
ginecologico il dottore ancora assente e la conversazione verte sui maschi. Tre
donne: Chiara, Silvia Marta.
«La specie in
mutazione dei maschi che resistono» Dice sicura Marta «quella che si sottrae, che non fa il suo dovere, non protegge, non
mantiene, non fa i figli, non fa un beato cavolo di niente. Invade il
territorio e basta».
A scuola, nell’aula
universitaria troviamo il professore con Piero della Francesca «Seguitemi, geometria, dal greco gè, terra,
e metria, cioè misura. È la scienza che si occupa delle forme nel piano e nello
spazio e del loro stare insieme, delle loro relazioni».
da “Non ho
spazio” dal messaggio di lei al messaggio di lui, del professore, ora alle
prese con un altro spazio, lo spazio dei sentimenti.
Lo spazio per le cose
che desideriamo si trova sempre. Buona serata. (Il mio colore preferito è il
blu)e subito dopo la risposta “ anche
Klein cercava uno spazio sconosciuto, nascosto: il blu.”
«Ognuno potrà
riflettere sulla sua personale ricerca di una posizione altra, il desiderio di
trovare la propria dimensione incognita. A questo serve l’Arte, toglie il
respiro, come il desiderio. Offre possibilità, vie d’uscita dal consueto».
Chiude dicendo: «La
parola dimensione mi piace. Dice molte cose diverse. Tre sono facili da spiegare.
Lunghezza, altezza, larghezza. Poi c’è la quarta, più difficile. Il tempo».
Ritrovo nel leggere
un film molto amato, una produzione coreana
dal titolo Ferro 3. Ed intanto le tre donne si svelano, si raccontano e
sembrano simili ognuna di loro a moltissime altre donne conosciute, a me, alle
amiche, a chiunque. Storie di donne che vorrebbero una relazione fatta di
fiducia, di realtà, di corrispondenza e si ritrovano immerse nell'immaginario di un messaggio
“Vado avanti per
giorni e giorni con quel poco che sembra tutto, e continuo a raccontarmi la mia
storia. Ho cercato di scordarlo, l’ho mandato via, ho smesso di scrivergli,
sono sparita sperando ogni volta di perderlo per sempre, invece ritorna. Basta un
niente. Lui intendo. C’è sempre, non passa».
«Ma l’hai visto almeno
una volta?».
«Sì».
«E com'era?».
«Diverso, è come pensa
di dover essere per me, così io per lui. Come ci sembra di dover essere per noi.
Quello che siamo davvero più dei pezzi che abbiamo aggiunto da soli, come se
fosse un film».
Un libro di una verità assoluta
Ippolita Luzzo
1 commento:
Complimenti!
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