E mentre le persone colte della mia città si fotografano in splendide residenze e resort, in costume da bagno, languidamente stese su chaise longue di Le corbusier, mentre mangiano cultura a tavoli di bellezza e pietanze ornati, mentre porgono onorificenze e premi a uomini e donne colti come loro, e mentre con loro la cultura impazza da spiagge e da monti sempre firmati, le stesse persone colte disdegnano leggere la solitudine vera, disdegnano offrire un passaggio, disdegnano una lettura che non sia colta e mangiata.
Appurato ciò anche io andai in vacanza, mi sdraiai perciò non languidamente su blog e riviste, mandai i pezzi, al posto mio, a Senzaudio Di GianLuigi Bodi, a Cabaret Bisanzio di Enzo Paolo Baranelli, sul blog di Giacomo Verri, Su Liberi di Scrivere di Giulietta Iannone.
Non li conoscete vero? Li conoscerete, forse, chissà, quando tornerete dalle vostre spiagge, abbronzate di cultura, stanche di vernissage, annoiate di premi.
Vi fermerete a leggere...
Lo so, lo so, per la cultura firmata frittura, sutura e sicura, questo mio viaggiare non fa gulp, non fa rumore, non porta quattrini, non ha le luci televisive, il richiamo del nome.
E con le parole di Francesca Tuscano direi:
"Chi ci ignora volutamente esalta il nostro valore assai più di chi ci loda." leggerete Francesca.
Lo so, lo so, cultura sarà quando Fazio poi inviterà tutti loro... ed allora io penso sempre, con grande sberleffo, che a quel punto cultura non è più.
E per dire, oggi mi arrivarono Le indomabili, il libro di Davide Steccanella, Paginauno Edizioni. Storie di donne rivoluzionarie. Lo conoscete? No,vero? Per me invece cultura è tutto questo: accorgersi dei fermenti, accorgersi del momento nascente... trallallà
Ippolita Luzzo
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