domenica 22 gennaio 2017

Il Banchetto di Nozze in Carmine Abate


 Siamo all'Istituto Tecnico Economico "Valentino De Fazio" per l'incontro con Carmine Abate, scrittore di origine arbereshe che presenterà il suo ultimo libro Il Banchetto di Nozze.
Scopriamo per pura coincidenza che anche la Dirigente è di origine arbereshe, precisamente di Pallagorio, paese a cui io sono legata come prima  esperienza lavorativa nella scuola. Scopro ora con mia sorpresa  che anche Robert De Niro è arbereshe. Incontro dunque affettuoso, la Dirigente, anche se  aveva più volte detto che sarebbe andata via per un altro impegno, è rimasta fino alla fine ed una alunna, Fera Domenica, grande lettrice di Abate, era seduta beata accanto all'autore. Presenta il libro la professoressa Liliana Piricò.  Nella conversazione con Carmine Abate  una parola emerge: "La rabbia". La rabbia costruttiva che deve trovare un canale di comunicazione, sia con la letteratura oppure con altro, la rabbia contro l'ingiustizia e contro un modello lavorativo, allora come oggi, distorto. Anche Abate scrisse per rabbia vedendo il lavoro del suo papà, emigrato in Germania.La rabbia, dice la Dirigente, deve trovare il canale per essere magica vera importante. Dobbiamo dare un senso ai sacrifici dei nostri nonni che lavorarono duramente per permettere ai figli di studiare. 
Io  dai miei appunti  leggo uno studio di Karol Karp dell'Università Niccolò Copernico, Torùn, Polonia.
Si prende in considerazione tutto il corpus dell'autore nelle tre dimensioni per concentrarsi sulla lingua, l'immagine della Germania e l'immagine dell'Albania
Terzo convegno internazionale Studia Romanistica Beliana 
Letteratura italiana dell'immigrazione, dice Karol Karp
E ricordo che 
"Carmine Abate è nato a Carfizzi ed è proprio a Carfizzi, che nasce il primo Parco Letterario dedicato a lui, ad uno scrittore vivente.
Ci sarà una sede centrale in una vecchia casa signorile, già Centro Sociale. Accoglierà tutte le varie edizioni dei libri di Abate in cui è contenuta la storia del paese, dalla sua fondazione per opera di profughi albanesi, alla fine del Quattrocento, fino ai giorni nostri, passando dalle occupazioni delle terre all'emigrazione. 
Saranno compresi nel Parco Letterario i luoghi più importanti e simbolici e  in ogni luogo sarà presente una targa di metallo con una frase dell’autore che lo riguarda.
La prima reazione di Abate, quando ha ricevuto la notizia del Parco Letterario a lui dedicato, è stata di stupore." Ora invita i ragazzi ad andare a visitare quei luoghi descritti nei suoi romanzi. 
Riproponendo un pezzo su Carmine Abate chiudo il mio intervento   
Vivere per addizione al tempo del Banchetto di nozze 

Seguiamo l’epopea di un popolo, nel Ballo tondo e nelLa moto di Scanderbeg, ritmata dal tamburello e fisarmonica del gruppo arbëreshe di Anna Stratigò.
Voliamo sul mare insieme all’aquila bicefala che portò sui nostri monti calabri gli albanesi in fuga dalla loro terra,
la  fuga personale di Carmine Abate che insieme al  padre, al nonno,
 continua  attraverso mari e continenti, dall’Albania in Italia, e poi in America, in Germania, in Trentino, andata e ritorno mille e mille volte su tornanti da stringistomaco…
Una vita di addizioni, di aggiunte, con sapori, lingua e quartieri da esplorare.
Una vita da emigrante
Da migrante con una valigia di cartone, con la laurea in lettere, con ostinazione e conservazione.
Abate ha fatto il salto, ha scoperto il cerchio magico che tutto racchiude e racconta l’epopea della famiglia Arcuri, racconta  La collina nel vento di Rossarco.
Resistere resistere resistere…
Col colore oro del pomo trentino, frutto non frutto, liscio e tondo, la sfera che rotola sul piano inclinato di terre e di mari, Carmine Abate assaggia l’indifferenza, il freddo e  insieme il rispetto, la dignità di essere un uomo che… dovunque vada sarà per tutti un altro da loro.
Per i calabresi è un germanese, per i trentini un calabrese, per i tedeschi altro ancora
Un abitante la terra di mezzo.
Una dieresi,  due punti che indicano una separazione nello stesso segno grafico
Chi resta e chi va via
Insieme
Andiamo tutti con Tolkien nella terra di mezzo, nel luogo non piatto del vissuto fra individui che articolano suoni e fonemi su chitarre sbilenche e corrose dal tempo
Andiamo tutti a suonare ancora il canto errante del Pastore alla luna perlacea dei tempi che sono.
La terra di mezzo esiste- disse Tolkien
Io abito la terra di mezzo- Carmine Abate
E tutti noi abitanti nel mezzo, migranti aiutati dal dono del dire, del raccontare,
Fra un mare sporco e un cielo inquinato vogliamo credere che esista un luogo, perché lo creiamo in quell’istante, un luogo di mezzo che ci ospiterà nel continuo vagare. Il nostro quartiere, la casa, la scuola, il paese, la chiesa, un film, una canzone.
Metà per metà … una moltiplicazione
Altro che addizione!
Un bene immenso da farne  divisione…
Dopo tanta sottrazione

Ippolita Luzzo 

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