domenica 18 dicembre 2016

Discorso di fine anno alla stampa del regno. Il Cinque Maggio della Litweb


Il Cinque Maggio della Litweb

Lui, D'Elia, folgorante in solio
vide il mio genio e tacque;
quando, con vece assidua,
cadde, risorse e giacque,
di mille voci al sònito
mista la sua non ha:
vergin di servo encomio
e di codardo oltraggio,
sorge commosso si stampi.
Dall'Alpi alle Piramidi,
dal Manzanarre al Reno,
di quel comunicato
tenea dietro al baleno;
Fu vera gloria? Ai posteri
l'ardua sentenza: noi
chiniamo la fronte al Massimo
Giornale, che volle in lui
del creator suo spirito
più vasta orma stampar.
La procellosa e trepida
gioia d'un gran disegno,
serve al regno della  Litweb;
e il giunge, e tiene un premio
ch'era follia sperar
;
tutto ei provò: la gloria
maggior dopo il periglio,
la fuga e la vittoria,
la reggia e il tristo esiglio;
due volte nella polvere,
due volte sull'altar.
Ei si nomò nel regno Litweb
Come sul capo al naufrago
del vero comunicatore…
Oh quante volte ai posteri
narrar se stesso imprese,
e sull'eterne pagine dei comunicati
cadde la stanca man!
Ahi! Forse a tanto strazio
cadde lo spirto anelo,
e disperò; ma valida
venne mano dal giornale,
e in più spirabile aere
pietosa il trasportò;
e l'avviò, pei floridi
sentieri della speranza,
ai campi eterni, al premio
che i desideri avanza,
dov'è silenzio e tenebre
la gloria che passò.
Bella Immortale Stampa!
Fede ai trionfi avvezza!
Scrivi ancor questo, allegrati;
ché più superba altezza
al disonor del Gòlgota
giammai non si chinò
.
Tu dalle stanche ceneri
sperdi ogni ria parola:
La stampa che atterra e suscita,
che affanna e che consola,

sulla deserta coltrice
accanto a lui posò

il suo comunicato

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