Fernando
Muraca: prima di tutto l'uomo
Nazim Hikmet - Prima di tutto l'Uomo
Non vivere su questa terra
come un estraneo
o come un turista della natura:
Vivi in questo mondo come nella casa di tuo padre;
Credi al grano, alla terra, all'uomo.
Ama le nuvole, le macchine, i libri
ma prima di tutto ama l'uomo.
Senti la tristezza
del ramo che secca,
dell'astro che si spegne,
dell'animale ferito che rantola
ma prima di tutto senti la tristezza
e il dolore dell'uomo.
come un estraneo
o come un turista della natura:
Vivi in questo mondo come nella casa di tuo padre;
Credi al grano, alla terra, all'uomo.
Ama le nuvole, le macchine, i libri
ma prima di tutto ama l'uomo.
Senti la tristezza
del ramo che secca,
dell'astro che si spegne,
dell'animale ferito che rantola
ma prima di tutto senti la tristezza
e il dolore dell'uomo.
Da poco rientrato dal festival internazionale
del cinema a Shanghai, dove ha presentato “ La Terra dei Santi” suo
primo film, uscito nel 2015, nel Focus Italy, gli otto film scelti dai cinesi
fra ottanta film italiani per far conoscere ogni anno il nostro mondo, Fernando
Muraca, regista, trascorre con noi, spettatrici e scribanti per testata web,
ore di felicità.
Prima di
tutto l'uomo. Con i versi di Nazim Hikmet su cosa debba dare la gioia, sto
ancora nell'intervista, chiacchierata amichevole, che io, Giovanna Villella e sua sorella Francesca, abbiamo stasera fatto
con Fernando.
Peregrinando dal Chiostro di San Domenico, fin sul palco della piazzetta adiacente, e con alle spalle le mani di Trame, rassegna di libri contro le mafia, io scrivo, Giovanna domanda, Francesca fotografa e lui parla arrotolando minuscole sigarette che hanno l'inconsistenza del foglio. Lo guardiamo attente per non perdere momenti, spezzoni di un film che si fermerà nelle nostre menti, insieme alla musica che prima ci fece colonna sonora e che chiuderà stasera il festival Trame.
Peregrinando dal Chiostro di San Domenico, fin sul palco della piazzetta adiacente, e con alle spalle le mani di Trame, rassegna di libri contro le mafia, io scrivo, Giovanna domanda, Francesca fotografa e lui parla arrotolando minuscole sigarette che hanno l'inconsistenza del foglio. Lo guardiamo attente per non perdere momenti, spezzoni di un film che si fermerà nelle nostre menti, insieme alla musica che prima ci fece colonna sonora e che chiuderà stasera il festival Trame.
Giovanna vuole sapere tutto del film, e chiede
il come, il perché, e le sequenze diventano quasi una persona fra noi.
Il film
narra l'incontro fra una giudice,
Vittoria, Valeria Solarino, e una madre -Assunta, Daniela Marra- due sistemi antitetici di vita.
Assunta è costretta a sposare il fratello del marito
morto e madre di un giovane 'ndranghetista, è divisa fra i due mondi di Vittoria, la legge, e della cognata Caterina -Lorenza Indovina,
questa una versione cattiva della
persona totalmente amorale.
Come sono
state scelte le donne protagoniste?
“Per trovare
Assunta ho fatto più di cento provini,
volevo una donna che ricordasse il sud, che fosse del sud, che lo facesse
vedere sulla pelle, perché è la pelle che fa la differenza.
Caterina
doveva essere il male assoluto, quindi avevo bisogno di una attrice come Lorenza,
ed il magistrato, Valeria Solarino, essere elegante. Insieme umana e
rappresentante istituzioni certe. In cui credere. “
Come mai il
film è ambientato in Puglia e non in Calabria, a Lamezia?
“ La regione
Calabria si è sempre disinteressata al progetto. Infatti ci sono voluti sei anni
per realizzarlo. La Puglia ha favorito il lavoro, contribuendo a che si realizzasse. Ho spostato l’ambientazione a Manfredonia e
dintorni perché luoghi più somiglianti al mare di Lamezia, all'anfiteatro del
Parco Mitoio di Caronte, dove avrei voluto svolgere la scena dell’uccisione del
figlio di Assunta, una scena da tragedia greca.”
Il film, ci
sorprende Fernando, non è sulla ‘ndrangheta, in senso stretto, ma sul
dolore. Sulla scelta fra credere
possibile alleviarlo ed avere speranza,
oppure non credere e vivere nel buio, nel vuoto. Lui ci ricorda infatti che noi viviamo nella terra
dei santi ed antropologicamente siamo
strutturati per amare, per essere generosi , non solo cose da riempire,
ma esseri che vogliono donare. Non possediamo nulla, malgrado ciò tutti vorremmo riempire
questo nulla con cose, dimenticando che possediamo
l’umanità.
Tutto questo
modo di pensare precede il Cristianesimo, non appartiene ad un credo religioso,
benché il regista sia cristiano. Questo pensiero risale ai filosofi che si
interrogarono su chi e cosa fosse l’uomo, da Socrate in poi, su come bisognasse
educare, dando fiducia a ciascuno, cercando di vedere al di là di ogni atto
e situazione contingente l’uomo.
Nel darci lo
scoop della serata, ci rivela in anteprima per Lameziaterme.it il titolo del suo nuovo film “ Siamo Fratelli”
scritto con Angela Iantosca, questa volta sugli uomini della ‘ndrangheta e nello
stesso tempo un film su un popolo che non può essere capito solo con processi
cognitivi e applicazioni di leggi, ma ha bisogno di essere compreso con l’intelligenza
emotiva. Un popolo, quello della ‘ndrangheta,
che può essere disarmato se togliamo l’oggetto del gioco, i fucili, ed al
loro posto regaliamo le bolle di sapone. Un popolo che deve essere accolto dai rappresentanti della legge non solo con pene
detentive e carcere ma applicando quei
meravigliosi articoli della Costituzione Italiana, articolo 13 e articolo 27 in cui le pene tendono alla rieducazione.
Il giudice,
continua ora Fernando, di fronte a tre avvocate, che si sono fermate per
salutare, deve avere altezza di intendimento, trovare l’uomo nello spirito
della legge e così devono fare gli avvocati penalisti, non relegarsi a semplici
passacarte ma uno specchio in cui l’altro possa riflettersi. Specchio di
umanità.
Con le
parole alte di una società civile che debba camminare dando la mano a chi sta
in difficoltà, accogliendo e a fermarsi se qualcuno sbaglia, con gli esempi della Fazenda appena inaugurata a Lamezia, veniamo trasportati nel regno di una idealità fattiva. Ciascuno di noi, ci
chiede Fernando, può, nel suo campo, portare la buona novella, evangelica, mai
tramontata.
Prima di
tutto l’uomo e Fernando ci raccomanda di non lasciare soli coloro che danno
vita al progetto della "Fazenda da Esperança", che ha
aperto in Italia la sua prima sede in località Lenza Viscardi a Lamezia Terme, in una struttura confiscata
alla criminalità organizzata e affidata dal Comune di Lamezia alla Caritas
Diocesana nel dicembre 2014.
"opere
segno", progetti che esprimano il
riscatto morale e sociale attraverso la promozione della giustizia e della
solidarietà, dicono tanti giornalisti.
"Quattro fondatori – Nelson Giovanelli, Frate
Hans Steppel, Lucylene Rosendo e Iraci Leite – che all'inizio degli anni '80
diedero vita in Brasile alla prima comunità per il recupero di giovani tossicodipendenti,
con un metodo fondato sulla vita
evangelica e sulla riscoperta della dignità della persona
12 giovani
saranno accolti nella comunità lametina, che sarà guidata da Marden Svicero,
Clayton Ribeiru e Padre Joseph Citumba." da un articolo del Dispaccio.
Prima di
tutto l’uomo.
"Intanto escono le nomination dei Globi
d'oro: Siamo nella cinquina per il premio Miglior Opera Prima" leggo sulla bacheca di facebook
Fernando Muraca con noi. Da Il Visconte di Bragelonne di Dumas, libro che stava per andare al macero, fra i tanti dello scaffale, e che invece la zia portò a lui, a Divisione Cancro di Solženicyn, libro comprato, a nove anni, dopo aver letto il Visconte, con la richiesta fatta al libraio di dargli il libro più difficile che ci fosse, Fernando ha aperto il suo mondo nello stesso modo in cui la lettura ha aperto a lui un mondo. Sono passate le ore e dobbiamo salutarci
convinte che questo modo di fare cinema, di fare scuola, di fare informazione
sia il migliore dei modi e dei mondi possibili.
con Hikmet nella chiusa della sua poesia un augurio felice di realtà condivise
Ti dian gioia
tutti i beni della terra.
L'ombra e la luce ti dian gioia,
le quattro stagioni ti dian gioia
ma soprattutto, a piene mani
ti dia gioia l'uomo.
con Hikmet nella chiusa della sua poesia un augurio felice di realtà condivise
Ti dian gioia
tutti i beni della terra.
L'ombra e la luce ti dian gioia,
le quattro stagioni ti dian gioia
ma soprattutto, a piene mani
ti dia gioia l'uomo.
Ippolita Luzzo
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